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US Presidents: Democratici o Repubblicani, tutti sul green

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Golf

A. Manzoni – Dal 1953 ad oggi 11 Presidenti USA su 12 sono stati, o sono, praticanti golfisti. Quando vedremo un nostro Presidente della Repubblica o del Consiglio sul green?

 

La cronologia golfistica della Presidenza americana inizia ancora prima di D. Eisenhower (mandato 1953/61) ma abbiamo voluto prendere in considerazione solo il periodo dal primo Presidente del dopoguerra ad oggi (Truman si insiedò alla Casa Bianca a guerra ancora in corso).
Sui 12 Presidenti considerati l’unico a non aver lasciato tracce su un tee di partenza è stato Jimmy Carter; Democratico in carica dal 1977 al 1981; da autentico ragazzo di campagna preferiva caccia, pesca e jogging, che all’epoca della sua presidenza veniva ancora chiamata corsa. Un’autentica macchia per la tradizione golfistica della Casa Bianca.
Dwight D. Eisenhower, Repubblicano, 34° Presidente americano, terzo di sette figli maschi nati da una famiglia emigrata dalla Germania prima in Texas e poi in Kansas, era un uomo forte ma gentile che seppe tener testa a Churchill e a de Gaulle, sua la celebre frase “Odio la guerra, da soldato che ne conosce brutalità, inutilità e stupidità”. Di lui si racconta che dette un solo ordine spietato: “Sparare agli scoiattoli che devastano il campo da golf della Casa Bianca”.

Il President John F. Kennedy nel 1963 su un cart a Atoka, Virginia.
Il presidente più amato d’America è stato un ottimo golfista.

Siamo certi, senza far torto a nessuno che John Fitzgerald Kennedy sia stato per decine di milioni di uomini e donne per almeno un decennio (1953/1963) il vero sogno americano. E se i mezzi di comunicazione di quegli anni fossero stati quelli di oggi crediamo che sarebbe stato il sogno di mezza umanità. JFK, o più comunemente Jack, discende da due famiglie di Boston molto in vista, ritenuto bello e indubbiamente affascinante, nonostante alcuni seri problemi di salute alla colonna vertebrale, fu uno sportivo molto attivo e sicuramente, ancora ad oggi, il più forte tra tutti i presidenti golfisti. Con un handicap stimato tra 7 e 10 JFK era un grande appassionato di golf, spesso veniva visto sui campi intorno a Washington.
Del Partito Democratico come il suo predecessore, Lyndon B. Johnson, di famiglia contadina non possedeva certo la classe di JFK, neanche sui campi di golf, ma seppe ugualmente mettere nella sua agenda politica la questione dei diritti civili tanto cara a JFK. Poche le “cronache” golfistiche su di lui se non che amasse particolarmente l’Arizona Biltmore Golf Club di Phoenix dove però non risultano esserci punteggi significativi a suo nome.

Il Repubblicano Richard Nixon, 37° Presidente, soggiornò e giocò spesso a Homestead. Non fu certo tra i più amati presidenti ma nonostante le apparenze non fu probabilmente l’ultimo come atleta tra tutti i presidenti. Nixon iniziò a giocare a 40 anni. Si diceva che avesse un buon putter e praticava molto, la parte migliore del suo golf era il gioco corto. Il suo swing non era proprio una bellezza e non poteva mandare la palla molto lontano, tra i 150 e i 180 metri. Si legge su alcune cronache che il presidente Nixon sia arrivato tra la fine degli anni ’80 e gli inizi ‘90 a un handicap di 12. Visionando però alcuni video in rete ciò sembra abbastanza improbabile.

Ancora un Repubblicano, Gerald Ford. Di lui si dice che certamente non era nato con il ferro in mano e che non c’era altra cosa più lontana da lui che i ferri da golf. Ma in compenso aveva una grande passione e ha lavorato sodo nel suo gioco, è sempre stato alla ricerca di consigli dai migliori professionisti per migliorare il suo swing. Aveva una reputazione terribile perché colpiva gli spettatori in più di un’occasione durante i pro-am. Una volta ha detto: “So che sto migliorando in questo gioco perché sto colpendo un minor numero di spettatori”.
“Nessun presidente ha mai provato più duro di Gerald Ford”, ha detto Arnold Palmer (golfista statunitense considerato uno dei più grandi giocatori della storia del golf professionistico 1929/2016) aggiungendo: “A indizio della sua passione se gli avessi chiesto di finire una buca posizionandogli una palla più che facile, non lo avrebbe mai fatto, ma avrebbe insistito all’infinito nel tentativo di farlo.” Una delle battute più frequenti sui campi di golf americani indirizzate a Ford a causa della sua attitudine a colpire gli spettatori era: “Gerry Ford è facile da individuare sul percorso. Guida il car con la croce rossa dipinta sulla parte superiore.”

Cronologicamente del 39° Presidente Jimmy Carter, Democratico, abbiamo già detto all’inizio articolo, è l’unico Presidente USA non giocatore di golf.

Con Ronald Reagan torniamo in campo repubblicano. L’icona di Reagan è quella che lo ritrae mentre cavalca nel suo ranch a testa alta personificando l’America western, macho e fiducioso ma è stato anche un discreto giocatore di golf con un potente swing. Il suo momento di golf più significativo è arrivato giocando ad Augusta Country Club ed è stato uno dei sei presidenti, da Eisenhower a George H.W. Bush, che hanno preso lezioni da Max Elbin, un eccellente professionista del Burning Tree Golf.
Un altro Repubblicano, George H. W. Bush era destinato fin dalla nascita a essere profondamente coinvolto in due cose: politica e golf.

Suo nonno, George Herbert Walker, era presidente della USGA nel 1920. Durante la sua gestione, creò la Walker Cup, una competizione semestrale tra star amatoriali degli Stati Uniti e Regno Unito. La Walker Cup rimane ancora oggi come uno degli eventi più amati del golf amatoriale.
Anche il padre di Bush, Prescott Bush, era un altro appassionato golfista e anche presidente della USGA prima di diventare senatore degli Stati Uniti nel 1952. Le malelingue di Washington dicono che G. H. W. Bush avrebbe combinato meno guai se avesse continuato con il golf invece di proseguire con la politica.
Il Democratico Bill Clinton nel golf, come spesso gli è capitato nella vita politica, ha sfiorato le regole, ma non si può negare il suo impatto positivo sul gioco, se non altro, si legge nelle cronache, per averlo fatto sembrare così divertente. Clinton aveva ripristinato il putting green alla Casa Bianca che Richard Nixon aveva fatto rimuovere, per potersi allenare con continuità. La sua costanza nel giocare è il suo ruolo di Presidente della Humana Challenge del PGA Tour a Palm Springs gli hanno sempre permesso un ruolo di primo piano nel golf. Come presidente nel 1995, Clinton si unì a George H.W. Bush, Bob Hope e Gerald Ford per una gara foursome formando forse il Team più potente nella storia del golf.
Dal Democratico Clinton al Repubblicano George W. Bush; anche se non così prolifico come giocatore di golf come il padre George W. H. Bush, è arrivato ad avere un handicap invidiabile di 11-12. Da Presidente Bush decise di smettere di giocare a golf all’inizio della guerra in Iraq nel 2003, dicendo che “giocare a golf durante una guerra manda i segnali sbagliati”, una decisione che gli procurò il plauso dall’opinione pubblica. Una volta terminato il mandato presidenziale, riprese regolarmente a giocare a golf e arrivò perfino a difendere il suo successore democratico, il Presidente Barack Obama, quando quest’ultimo fu accusato di giocare troppo spesso anche in momenti di tensione nazionale. In un’intervista a Golf Channel, ha detto “Conosco la pressione del lavoro da Presidente, e poter riuscire e giocare a golf con alcuni amici è importante per il Presidente. Ti dà uno sbocco mentale e allenta la pressione”.
Dopo la Presidenza, George W. Bush è stato molto coinvolto in varie organizzazioni, tra cui la sua fondazione “George W. Bush”, che organizza un annuale Warrior Open, un torneo di golf per i soldati feriti.
Ripassaggio di consegne tra Repubblicani e Democratici con l’arrivo alla Casa Bianca di Barack Obama, che iniziò a giocare a golf verso i 35 anni come un’alternativa rilassante alla sua prima passione sportiva, il basket. Le cronache lo descrivono in possesso di un buon drive dritto e discretamente potente, un discreto approccio, ma come punto debole i colpi per uscire dai bunker. Curiosità Barack Obama è il primo Presidente mancino a giocare a golf. Come quando giocava a basket, i suoi compagni di golf sostengono che Obama può essere buon “stratega e psicologo” cercando di entrare nella testa dei suoi avversari per togliere sicurezza ai loro colpi. A suo favore però si assicura che non ha mai forzato le regole o gonfiato i suoi punteggi. Dopo un breve periodo con un drive Nike, Obama sembra essere tornato alla sua Titleist, si dice stia ancora lavorando al suo gioco nella sabbia. Il suo handicap si aggira intorno a 13.
Handicap: 2.8 | Round giocati: 91 | Proiettato per media annuale: 91

Arriviamo ad un altro Repubblicano con un handicap da semiprofessionista 2.8, l’attuale Presidente Donald Trump. Di lui se ne sono dette e sentite di ogni per cui staremo sulle informazioni essenziali. Alla domanda sul suo gioco, il Presidente Donald Trump ha dichiarato: “Penso al golf come a un gioco molto naturale. Non ho mai voluto sapere molto della mia tecnica. Mi fido molto dell’istinto, nel golf come in tutte le altre situazioni della vita”. Considera il putting la parte migliore del suo gioco.

Poco dopo l’elezione alla Presidenza, il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe gli ha regalato un driver S-05 Honma Beres placcato in oro del valore di 3.755 dollari. Il Presidente Trump avrebbe giocato con questo driver durante il suo giro di golf con il Primo Ministro Shinzo Abe durante la sua visita a Mar a Lago Club,
Palm Beach, Florida.
Anche negli Stati Uniti il golf non è tra i primissimi posti come popolarità, lo precedono il Football Americano, la Pallacanestro, il Baseball, e l’Hockey ma è pur sempre tra i primi dieci sport più seguiti e giocati.

E i Presidenti americani continuano a farsi vedere sui green e mettersi in gioco, e quando lo fanno sono molto seguiti da media e opinione pubblica, se criticati lo sono per un colpo andato a male e non per la scelta dello sport da non più giudicare d’élite. Certamente sarebbe più difficile poterli vedere su un campo di calcio o di rugby per cui un invito ai nostri politici: imparate a giocare a golf e imparerete anche il rispetto delle regole e dell’avversario, nessuno vi criticherà per la vostra scelta.

 


Adriano Manzoni

titolare della Leutman – Strategy Communication Consulting di Lugano, vanta oltre trent’anni di consolidata presenza nel settore della comunicazione aziendale e istituzionale rivolta sia al “consumer” sia al “BtoB”. Alla metà degli anni ’80 fonda a Milano lo studio di comunicazione visiva “Designo”, occupandosi principalmente di “exhibition design – mostre convegni eventi e design istituzionale” collaborando con la “Corporate Image” di Olivetti. Nel 1986 inizia a occuparsi dello sviluppo di programmi di “corporate action” per enti pubblici e privati nell’ambito della “comunicazione grafica di pubblica utilità”. Tra gli anni 1988 – 1992 sviluppa vari progetti di “design editoriale” in particolar modo per enti e istituzioni pubbliche. Dal 1992 a fine anni ’90 svolge attività di “consulente” per agenzie di pubblicità e marketing in qualità di “art director” per progetti editoriali e comunicazione aziendale. Dalla fine degli anni ’90 si occupa di comunicazione e web, ne studia e ne analizza lo sviluppo e le sue influenze sociali. Questa attività lo porta a fondare nel 2002 l’agenzia “Pontedilegnosette” in cui fa confluire le esperienze maturate nella comunicazione tradizionale e in quella web. Dal 2002 si occupa principalmente dello sviluppo di progetti articolati, sempre di più l’attività svolta è orientata all’analisi e all’ideazione di strategie comunicazionali trasversali, esterne e interne alle azienda e/o enti, volte all’ottimizzazione delle risorse e dei budget disponibili ipotizzando l’utilizzo di nuovi e diversificati percorsi media e location come fonte di comunicazione. Nello stesso periodo affianca a questa attività quella di Art Director per alcune riviste di settore. Nel 2009 si trasferisce in Svizzera dando vita alla “Leutman – Strategy Communication Consulting”. Nel 2011 è nominato delegato per la Svizzera Italiana della Camera di Commercio Indiana per l’Italia con lo scopo di promuovere e far conoscere sul territorio svizzero le opportunità di interscambio internazionale che essa favorisce in tutti gli ambiti, imprenditoriali e culturali. Dal 2017 è responsabile marketing e comunicazione del circuito di golf “India Golf Cup”

Per contattare Adriano Manzoni scrivere a:

info@leutman.ch

 

Il Golf: uno sport per tutti e una scuola di vita eccezionale

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Golf

A. Calcari – Il golf: mezzo d’integrazione sociale. L’esempio in Italia.

 

Il gioco del golf viene definito per antonomasia lo sport dai 9 ai 90 anni; in pratica possono praticare questa disciplina proprio tutti, quando dico tutti mi riferisco a persone normodotate come a persone diversamente abili, sia fisicamente sia mentalmente.
Questo perché a livello amatoriale il golf non richiede particolari doti fisiche, visto che è uno sport che si gioca da fermi; quando però il livello del praticante si alza, bisogna essere dei veri atleti per raggiungere certi risultati.
Nel corso degli anni ho visto praticare il golf veramente da tutti: persone con arti artificiali, in carrozzine speciali che permettono al giocatore di assumere una posizione quasi eretta, e anche diversamente abili mentalmente con scopo terapeutico. Ed è proprio questa mia esperienza come volontario con persone diversamente abili mentalmente che vorrei di seguito condividere con voi.
Dopo una prima esperienza con i ragazzi della Onlus “ALBATROS” con sede a Crema due anni fa nel 2016, Lucio Calogero, già volontario presso la Sacra Famiglia di Cesano Boscone (centro di recupero che si occupa di patologie mentali), mi ha chiesto se fossi interessato all’elaborazione e gestione di un progetto sul golf da proporre come percorso didattico/terapeutico per gli ospiti della struttura in grado di poter sostenere questo tipo di attività.
Abbiamo presentato il programma ai responsabili del centro che, oltre ad approvarlo, ci hanno messo a disposizione due figure interne, Doris Carsenzuola e Aniello Incoronato, che ad ogni incontro monitorizzano e relazionano i progressi dei giocatori, oltre a delle aree apposite per la pratica del golf e a una palestra per la pratica indoor. Dietro nostro consiglio hanno anche realizzato due postazioni per la pratica all’aperto con le reti, un putting green sintetico e due buche di 50/70 mt con greens sintetici.
Come volontario, oltre al sottoscritto in qualità di responsabile didattico golf e a Lucio Calogero come responsabile del progetto golf, si è aggiunto Vittorio Dinetto.
Per ora il golf viene praticato all’interno della struttura il lunedì mattina.
Abbiamo trovato disponibilità anche presso il circolo di golf “SAN VITO di Gaggiano“, che ci ospita una volta al mese per poter far fruire l’esperienza del gioco in campo ai ragazzi.
Perché il golf come terapia?
La pratica del golf, anche se a livello ludico, porta intrinsecamente il giocatore a dover mettere in moto una serie di valutazioni: rispettare un’area di partenza, tirare verso la buca con lo scopo di visualizzare un obbiettivo, valutare la distanza dalla buca, dosare la forza sul putter. Tali valutazioni portano a spostare l’attenzione su quello che si sta facendo: tradotto si tratta di concentrazione, che per questo tipo di soggetti è un grande successo, insieme al fatto di compiere un gesto fisico che potenzia le loro capacità a livello motorio.
In questo mio percorso come volontario ho maturato un’esperienza che vorrei condividere con voi. Uno di questi ragazzi è autistico e sordomuto. Nel percorso iniziale, in palestra, veniva con una macchinina giocattolo che non mollava mai. Con il passare del tempo e con molta difficoltà da parte sua, ho comunque testimoniato un coinvolgimento sempre maggiore al gioco, che l’ha portato ad abbandonare la sua inseparabile macchinina nel periodo del golf.
Addirittura una mattina, arrivato per la solita lezione, mi ha abbracciato e guardato in faccia, chi conosce il mondo autistico può ben capire quale progresso ciò rappresenti.
Alla fine è stato in grado di finire una buca di 50 mt da solo, individuando il punto di inizio e soprattutto realizzando che per chiuderla si deve imbucare.
Io non sono un medico, mi reputo un osservatore, ma vedere questi ragazzi compiere tali progressi mi fa sentire ogni giorno orgoglioso del progetto avviato. Un invito a tutti; provate a guardare il golf anche da un’altro punto di vista, questo sport lo merita.

 


Andrea Calcari

– Maestro di Golf fin dal1995, dopo aver giocato come professionista dal 1989, nel Challenger Alps Tour e Campionati Italiani, ha rappresentato l’Italia per tre edizioni al Champion PGA Of Europe.
– È stato Nazionale Professionisti, Campione Italiano under 30 ed è Campione Italiano Maestri.
– Come Maestro di PGAI insegna al “Molinetto golf & country” dal 2007 e al “San Vito” ad adulti, ragazzi e agli aspiranti Pro.
– Dal 2002 al 2018 Responsabile Federale del gioco in campo di Allenatore Federale della Lombardia nei Brevetti Giovanili.
– È responsabile didattico nel progetto Golf Terapia per la Sacra Famiglia di Cesano Boscone”

Per contattare Andrea Calcari scrivere a:

andrea.calcari@gmail.com

 

Il Golf: per migliorare la fiducia in se stessi e negli altri

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Golf

N. Valerio – Il golf: mezzo d’integrazione sociale. L’esempio in Svizzera.

 

Golf dei Castelli è un’associazione giovane, dinamica, fresca, con tanta voglia di impegnarsi per divulgare e rendere accessibile a tutti quanti, giovani e meno giovani, uno sport bellissimo: il golf… per tutti.
Golf dei Castelli è un’associazione sportiva nata a Bellinzona nel 2012, membro della Federazione Golf Ticino della quale sono socio fondatore e vice presidente, ed è l’unica associazione nella Svizzera italiana che offre la possibilità a giovani e adulti con disabilità intellettiva di praticare il golf. Nel 2016 ha realizzato un campo pratica presso il bagno pubblico di Bellinzona, dove è possibile avvicinarsi al “Golf per tutti”, vengono organizzati corsi di introduzione al golf, giornate di assaggio, corsi per ragazzi e per le aziende che vogliono condividere con i propri collaboratori o clienti momenti di svago e sport.
La struttura vuole essere un punto di riferimento per le scuole, i loro studenti ed il percorso di avvicinamento a questa disciplina sportiva. Il golf è da sempre visto come uno sport elitario, ma nella realtà dei fatti è una delle poche attività sportive inclusive che vede gareggiare fianco a fianco giocatori esperti e giocatori principianti, sugli stessi campi e con lo stesso regolamento. È un ottimo strumento di integrazione e ha anche ricadute positive sulla salute psico-fisica di chi lo pratica. Il Golf dei Castelli considera questa disciplina una delle occasioni più importanti per socializzare, per cominciare a conoscere e rispettare le regole, per uscire dall’ambiente familiare ed entrare nella cosiddetta “scuola di vita” dove potersi confrontare con nuovi mondi e nuove esperienze. In tale ottica il golf rappresenta una significativa “terapia riabilitante”, insegna a controllare le proprie emozioni, anche quando si gioca per passare il tempo con gli amici e non solo in una gara vera e propria. Da non trascurare sono poi gli aspetti atletici e quelli legati ai magnifici parchi naturali in cui sono inseriti i campi da golf.
Tanti quindi i benefici che gli atleti diversamente abili del Team dei Castelli hanno sia sul piano motorio che relazionale, superando in molti casi le aspettative dei loro accompagnatori. Allenatori, familiari e educatori hanno potuto costatare un significativo aumento dell’autostima e un miglioramento a livello di socializzazione al di fuori dello spazio ristretto della famiglia, della scuola e del lavoro. Questa attività permette inoltre anche di raggiungere obiettivi elevati quali la partecipazione a tornei di golf nazionali e internazionali, esperienze uniche che favoriscono la crescita personale, l’autonomia oltre che a tessere nuove amicizie e a conoscere altre realtà.
La competizione in questi casi non è mai vista come il superamento di un avversario ma come il raggiungimento di un obiettivo, che se ben supportato da un’attenta guida, aiuta enormemente la crescita di autostima e facilita l’integrazione nella “comunità sportiva” e extrasportiva.
I ragazzi del Team dei Castelli hanno raggiunto traguardi impensabili fino a pochi anni fa; infatti hanno rappresentato la Svizzera in diverse competizioni legate a Special Olympics (programma sportivo internazionale che propone allenamenti e competizioni a livello mondiale a persone diversamente abili mentalmente o multiple. Special Olympics è stato fondato nel 1968 ed è stato riconosciuto dal Comitato Internazionale Olimpico nel 1992).
Aver accompagnato questi ragazzi nell’esperienza agli Special Olympics Golf Master di Macau nel 2015/16/17, ai giochi mondiali Special Olympics nel 2011 ad Atene quale responsabile della squadra svizzera e nel 2015 a Los Angeles, agli Special Olympics Bodensee Games 2017, alla gara Special Olympics in Castell’Arquato sempre nel 2017 e in altre competizioni nel 2018 mi ha riempito di gioia nel vedere la felicità nei loro occhi indipendentemente dai risultati sportivi ottenuti.
Il premio più grande e bello per tutti noi era essere arrivati li tutti insieme. Il Golf per questi ragazzi non è solo uno sport ma è uno strumento incredibile d’integrazione e un modo per sentirsi particolarmente apprezzati.

 


Nicola Valerio

– Docente di Economia e Comunicazione alla Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona
– Responsabile della squadra Sdi Golf Special Olympics
– Responsabile struttura golf PAR 54
– Presidente e Coach Golf dei Castelli
– Promotore e Vice Presidente Federazione Golf Ticino

Per contattare Nicola Valerio scrivere a:

golfdeicastelli@gmail.com