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Menaggio & Cadenabbia: passato e futuro con un unico denominatore, lo stile

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Golf

Redazione IGC – Ma non è solo lo stile e la classe impeccabile di questo Club a farlo grande, ne la storia centenaria che ha alle spalle; bensì è la sua visione moderna e lungimirante di quello che è oggi il golf e di come sta attuando progetti e strategie di sviluppo, in linea alle attuali richieste del target d’interesse.

 

La splendida vista del lago di Como dalla sala ristorante del Club

Incastonato tra le colline di Grandola e Menaggio, come una pietra preziosa salda nella propria montatura, il Golf Club Menaggio & Cadenabbia riflette di mille sfumature di colore e ombre: dal verde delle colline, al cobalto del lago di Como. È un luogo senza tempo, come pochi ancora ne esistono, capace di resistere, con la sua classe e il suo fascino, all’avanzare di mode fugaci e indistinte. Il Golf Club Cadenabbia è un unicum, che incanta e travolgere allo stesso tempo, chiunque abbia la fortuna anche solo di passarci accanto, tanto sono forti e positive le vibrazioni che questa “gemma nazionale” emette intorno a se.

Le sue radici affondano in quell’atmosfera di fine ‘800, quando il lago di Como, specialmente la zona tra Menaggio, Tremezzo, Cadenabbia e Bellagio, era frequentata da industriali e commercianti tessili che giunti da tutta Europa e da oltre oceano, soggiornavano nei lussuosi alberghi e ville in stile, sorte in quegli anni, per dare ospitalità ad una comunità di “viaggiatori” in continua crescita.
Furono proprio quattro “gentleman” inglesi, innamorati dei luoghi lariani, a dar vita il 10 Gennaio 1907 all’Hotel Victoria di Menaggio al: “Menaggio Cadenabbia Golf Club”. I loro nomi sono ancor oggi ben presenti nella memoria del Club: Henry John Mylius, banchiere; W. Lassetter, già proprietario di villa Margherita a Cadenabbia; E.F. Eliot, cliente abituale dell’hotel Victoria e il Commander C. Buckland della Royal Navy. Il loro intento era quello di ricreare quella caratteristica atmosfera inglese in un contesto climatico decisamente migliore rispetto ai luoghi natiii. Un intento non solo raggiunto ma conservato nel tempo e portato avanti con grande maestria dalla famiglia Roncoroni, fin dal 1961, quando Antonio Roncoroni ne prese la guida acquistando il Golf Club Menaggio dai precedenti proprietari inglesi. Proprio Antonio Roncoroni nel 1965 diede mandato a John Harris di ridisegnare completamente il percorso che nella sua quasi completa interezza ritroviamo ancora oggi.

Dal 1993 la guida del Club è passata a Vittorio Roncoroni che ne porta avanti le tradizioni con spirito imprenditoriale e una visione moderna e lungimirante, consapevole che le richieste dei golfisti italiani e internazionali sono oggi sempre più esigenti e alla ricerca di un servizio di alta gamma. Per questo motivo il Club Menaggio, sotto la guida di Vittorio Roncoroni, ha intrapreso una strategia di sviluppo e riqualifica tenendo ben presente le nuove sensibilità, non solo di gusto estetico e di esigenze sportive, ma anche ecologiche e di impegno del tempo libero a 360°.
Menaggio infatti si contraddistingue da moltissime altre realtà golfistiche perché applica per la manutenzione del campo un protocollo al 100% biologico che permette l’apertura 7 giorni su 7 e la serenità di offrire un campo totalmente privo di fitosanitari. Questa sensibilità ambientale favorisce la tutelare della salute sia dei golfisti sia di tutti i loro amici a quattro zampe, perché al Club Menaggio è permesso anche l’accompagnamento sul percorso dei propri cani.
Purtroppo l’ondata di forte maltempo che ha colpito nell’ottobre 2018 tutto il nord Italia, non ha risparmiato neanche il Golf Menaggio, lasciando segni evidenti con 250 alberi abbattuti dalla furia del vento e che hanno causato il rifacimento dei 2 green delle buche 12 e 18. Con l’occasione ne è stato effettuato il restyling completo e saranno in condizioni di perfetta giocabilità a partire dal mese di Maggio.
Come si diceva prima il Golf Club Menaggio ha intrapreso una serie di iniziative volte ad allargare l’offerta verso tutti i propri potenziali utenti, sia da un punto di vista sportivo che di ospitalità. In questa logica il Club Menaggio ha instaurato una collaborazione con Green Golf Academy dall’inizio della stagione 2019.
Ed ecco infatti la Head Pro, Vittoria Valvassori, approdare a Menaggio sotto l’egida di Alessandro Frigerio e della Sua Academy, per offrire ai Soci e agli ospiti la possibilità di migliorare il logo gioco utilizzando le tecniche più all’avanguardia del momento.
Trackman e Capto, ma anche Snag per i più piccoli con lezioni individuali proposte per i neofiti. Trackman e Capto, ma anche Snag per i più piccoli con lezioni individuali proposte per i neofiti, e ancora le proposte Green Golf Academy con gli appuntamenti sportivi del 12 Maggio, Trofeo Green Golf academy, del 12 Luglio Summer Party per concludere con l’organizzazione della ProAm del 10 Settembre.

Ma le strategie di conquista di nuovi possibili clienti del Golf Club Menaggio & Cadenabbia non si ferma all’ambito sportivo. Questo Club è l’unico campo da golf sul Lago di Como, e proprio per il desiderio di voler soddisfare la richiesta sempre maggiore dei golfisti stranieri di praticare il loro amato sport, ma anche di visitare le bellezze inimitabili di questo splendido territorio, è stato deciso un ampliamento della foresteria del Circolo.
Pacchetti Stay and Play sono stati pensati proprio per gli appassionati di golf che si vogliono concedersi due o tre notti sul Lago di Como giocando anche a golf.
Le camere che rispecchiano il puro British Style di Menaggio sono calde e accoglienti, offrono tutti i servizi necessari per potersi regalare dei piacevoli momenti di relax.
Soggiornare a Menaggio vuol dire sentirsi veramente in vacanza a partire dalla colazione con vista sul Lago di Como, concedendosi 18 buche su un percorso immerso nella pace di queste colline e senza il pensiero di doversi trasferire per la notte. Siamo sicuri che solo progetti e strategie di sviluppo ad ampio raggio, che abbinino aspetti sportivi di eccellenza e di stile nell’accoglienza, con la possibilità di soggiorno e degustazione enogastronomiche di alta qualità, risulteranno sicuramente vincenti. E il Golf Club Menaggio & Cadenabbia ne è l’esempio lampante.

 


Redazione IGC

Per maggiori informazioni contattare Menaggio e Cadenabbia Golf Club, Doris Sivalli :

segreteria@menaggio.org

Per la redazione IGC contattare:

segreteria@indiagolfcup.com specificando nell’oggetto “Blog”

 

Il Golf svizzero ticinese al Golf Masters di Macau 2019 con il Team dei Castelli

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Golf

N. Valerio – Special Olympics è il più importante movimento sportivo internazionale dedicato alle persone con disabilità mentale, che regolarmente organizza nel mondo competizioni nelle diverse discipline sportive. Alla più importante manifestazione golfistica mondiale in programma a Macau dal 20 al 27 aprile era presente anche il Team dei Castelli di Bellinzona, selezionato per rappresentare la Svizzera.

 

Il Team dei Castelli: Silva, Nicola, Yuri, Mario

Il Golf dei Castelli è un’associazione sportiva giovane, dinamica, fresca, con tanta voglia di impegnarsi per divulgare e rendere accessibile a tutti quanti, giovani e meno giovani, uno sport bellissimo: il golf. L’associazione è riconosciuta dal Cantone quale ente di pubblica utilità.
Nata a Bellinzona nel 2012, è membro della Federazione Golf Ticino ed è l’unica associazione sportiva a livello ticinese che offre la possibilità a giovani ed adulti con andicap intellettivo di praticare il golf presso la propria struttura PAR 54 a Bellinzona o presso le altre strutture ticinesi (Magliaso, Losone o Ascona). La struttura di Bellinzona, unica nel suo genere è stata voluta e realizzata proprio per avere uno spazio adeguato ovviamente per i nostri atleti speciali ma anche per mettere a disposizione della popolazione uno spazio che permettesse di avvicinarsi facilmente e senza impegno al magnifico sport del Golf oltre che avere una location che permettesse anche alle scuole di praticare quest’attività sportiva. L’associazione persegue il motto “Golf per tutti”.
Il golf è da sempre visto come uno sport elitario, a volte difficilmente raggiungibile o praticabile, ma in realtà è una delle poche attività sportive inclusive che vede gareggiare fianco a fianco giocatori esperti e giocatori principianti nella stessa squadra e con lo stesso regolamento. È un ottimo strumento di integrazione e ha anche ricadute positive sulla salute psico-fisica di chi lo pratica.
Golf dei Castelli considera questa disciplina una delle occasioni più importanti per socializzare, per cominciare a conoscere e rispettare le regole, per uscire dall’ambiente familiare ed entrare nella cosiddetta “scuola di vita” dove potersi confrontare con nuovi mondi e nuove esperienze. In tale ottica il golf rappresenta una significativa “terapia riabilitante”, insegna a controllare le proprie emozioni in gara come in allenamento. Da non trascurare sono poi gli aspetti atletici e quelli legati ai magnifici parchi naturali in cui sono inseriti i campi da golf.
Tanti quindi i benefici che giovani e adulti impegnati in questo sport hanno sia sul piano motorio che relazionale, superando in molti casi le aspettative dei loro accompagnatori.

Allenatori, familiari e educatori hanno potuto costatare un significativo aumento dell’autostima e un miglioramento a livello di socializzazione al di fuori dello spazio ristretto della famiglia, della scuola e del lavoro.
Il Team di atleti con andicap mentale, in funzione delle disponibilità finanziarie, partecipa a tornei di golf nazionali e internazionali, esperienze uniche che favoriscono la crescita personale e l’autonomia oltre che a tessere nuove amicizie e a conoscere altre realtà.

Il Golf Masters di Macau è l’evento internazionale più grande che viene organizzato nella disciplina del golf per atleti con andicap intellettivo. All’edizione 2019 erano presenti 25 delegazioni in rappresentanza di altrettanti paesi di tutto il mondo con oltre 70 atleti e 50 coach e numerosi famigliari al seguito.
In programma dal 20 al 27 aprile a Macau (Cina), l’evento prevedeva una decina di conferenze tenute da esperti mondiali sul tema della disabilità dello sport e dell’inclusione, attività ludico-creative per gli atleti che si cimenteranno nelle arti della pittura, della musica, della danza e della scultura, realizzando opere che verranno poi esposte al MGM Cotai come ad esempio la decorazione di motociclette e caschi che verranno utilizzate nella realtà durante occasione dei gran premi di motociclismo che si svolgono sul circuito di Macau. Oltre ovviamente alle conferenze e alle attività artistiche, gli atleti si sono confrontati e si sono contesi la vittoria al torneo di Golf che si è tenuto al Caesars Golf Club Macau riservato per 3 giorni interamente per questi speciali atleti. Tre i livelli di gioco presenti, dal primo livello “Individual Skill Competition” dove gli atleti hanno dimostrato le loro capacità nelle diverse situazioni golfistiche (short putt, Long putt, chip shot, pitch shot, iron shot e wood shot), al secondo livello “Best Ball Team Play Competition”, dove gli atleti hanno giocato 9 buche in coppia con un golfista del luogo, fino all’ultimo livello “Individual Stroke Play Competition” dove l’indipendenza degli atleti è stata messa a dura prova, dovendo giocare tutte le 18 buche da soli.
Inoltre durante l’ultima giornata di gare, è stato organizzato il “Master Final – Team Stroke Play” dove in formato Ryder Cup i migliori golfisti con andicap intellettivo hanno sfidato una selezione di coach e giocatori locali.

Gli atleti sono stati premiati durante il Gran Galà di venerdì 26 aprile, alla presenza delle autorità, degli sponsors e di tutti i Team internazionali presenti in una magnifica sala del Sheraton Grand Macau. Un evento internazionale che ha acceso i riflettori sul tema dell’andicap e della pari dignità a tutti i livelli.
Durante tutto l’inverno i nostri atleti Mario e Yuri, non hanno mai smesso di allenarsi ed erano pronti per affrontare il lungo viaggio e per confrontarsi con atleti provenienti da ogni angolo del mondo. La partecipazione ad un tale evento offre loro una grande opportunità di mettersi in gioco, aprirsi alla conoscenza di altre culture, di crescere rendendosi più autonomi e consapevoli delle proprie potenzialità. Non è insolito scoprire un punto di svolta, un cambiamento positivo che il più delle volte coincide proprio con l’esperienza internazionale che questi sportivi hanno l’opportunità di vivere partecipando a eventi di questo tipo.
Da quando sono stati selezionati per rappresentare la Svizzera Mario e Yuri sono diventati atleti a tutto tondo, hanno curato l’alimentazione … così hanno detto … e non hanno mancato un allenamento, vogliono vincere ma sanno anche perdere.
Sfruttando il lungo viaggio in Cina, al suo rientro, il Team ha fatto tappa a Dubai e Abu Dhabi per un po’ di relax e anche per giocare sui magnifici campi di Dubai. Grazie al sostegno di alcuni amici (Pietro, Ali, Urs, Samer, Mohammed, Amr e Michelle), e delle famiglie, il Team dei Castelli ha potuto visitare i luoghi più importanti e ha vissuto esperienze sicuramente ineguagliabili e irripetibili e ha potuto rappresentare al meglio la Svizzera in questo magnifico e speciale viaggio.

Un grazie di cuore a Mario, Yuri e a Silva Allevi per aver condiviso con me questa avventura poiché questo progetto ha rappresentato una meravigliosa esperienza al di là delle medaglie conquistate..

 


Nicola Valerio

– Docente di Economia e Comunicazione alla Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona
– Coach Golf Special Olympics Switzerland
– Presidente e Coach Golf dei Castelli
– Responsabile struttura Golf PAR 54
– Promotore e Vice Presidente Federazione Golf Ticino

Per contattare Nicola Valerio scrivere a:

golfdeicastelli@gmail.com

 

Edoardo Molinari Golf Academy

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Golf

E. Molinari – “Da quando sono diventato un giocatore di golf professionista, passando tantissime ore tra aerei e alberghi, ho avuto molto tempo per riflettere. Ho spesso pensato che un giorno avrei voluto iniziare a diffondere tutto quello che ho imparato in 30 anni di golf, di cui quasi 15 da professionista di alto livello, a chi non ha avuto l’opportunità̀ di trascorrere molto tempo giocando a questo magnifico sport.

 

Lo Staff della EM Golf Academy: Corrado De Stefani, Benedetto Pastore, Edoardo Molinari, Lorenzo Guanti, Craig Williams

Ho avuto la fortuna di giocare su tutti i campi più belli al mondo, ho conosciuto e ho lavorato insieme a diversi maestri tra i più famosi, ho giocato tutti i tornei più importanti in cinque continenti diversi, ho avuto grandissime gioie e qualche piccola delusione. Ogni settimana ho giocato una pro-am con alcuni ospiti dello sponsor di quel torneo e i dilettanti con cui ho giocato spesso si sono divertiti e hanno passato una giornata indimenticabile. Però ogni volta ho anche pensato che, grazie alla mia esperienza come giocatore professionista, avrei potuto aiutarli a migliorare velocemente il loro golf se avessi avuto una struttura adatta e il tempo per farlo. Così piano piano è iniziata a nascere in me l’idea di aprire una Golf Academy diversa da tutte le altre, che rappresentasse i miei valori, che potesse trasmettere il mio bagaglio di esperienze a chi non ha avuto la fortuna di guadagnarsi da vivere giocando a golf e soprattutto che potesse far divertire ancora di più i golfisti a praticare questo fantastico sport. La mia convinzione è che nel golf nessuno smette mai di imparare e di potersi migliorare, a nessun livello e a nessuna età.
Una volta messa in cantiere l’idea mancavano però ancora le condizioni adatte a far nascere la Golf Academy. Serviva infatti una persona ambiziosa, lungimirante, pronta ad investire e a sposare le mie idee, un circolo vicino a casa per seguire da vicino lo sviluppo di questo progetto parallelamente alla mia carriera di giocatore e uno staff preparato, affiatato e motivato disposto a seguire le mie direttive e a investire su se stesso. Mi ritengo quindi molto fortunato ad avere trovato in Andrea Agnelli, nel circolo del Royal Park I Roveri e nei professionisti del mio staff le persone ideali per poter iniziare questo bellissimo progetto già nel 2019.”

La Edoardo Molinari Golf Academy al Royal Park I Roveri nasce per aiutare i golfisti di ogni livello a migliorare il proprio gioco, per trasmettere a tutti la mia passione per il golf e per far divertire ancora di più̀ tutti i giocatori a praticare questo fantastico sport.
Gli obiettivi della Golf Academy sono molto ambiziosi, in primis fornire a tutti i soci del Royal Park I Roveri e ai clienti dell’Academy, dai bambini ai seniores, dai neofiti ai giocatori della squadra agonistica, dal giocatore occasionale al professionista, un servizio personalizzato secondo le esigenze di ognuno. Mettiamo a disposizione di tutti i nostri clienti delle strutture moderne ed innovative per rendere l’apprendimento del gioco del golf più efficace, stimolante e divertente sia per chi gioca già a golf sia per i neofiti e i bambini. Abbiamo anche la possibilità di organizzare attività esclusive per gli sponsor con la collaborazione dello staff dell’Academy e/o di Edoardo Molinari. Ogni giorno proviamo a far vivere un’esperienza unica a chiunque passi del tempo presso le nostre strutture o con i maestri della Golf Academy e vogliamo diventare un punto di riferimento per giovani golfisti, giocatori di alto livello e professionisti sia in Italia che all’estero.
La Golf Academy usufruisce di strutture all’avanguardia e studiate appositamente da Edoardo Molinari per poter ottimizzare il tempo che ogni golfista passa in campo pratica, sia da solo che durante le lezioni con il maestro. Oltre al campo pratica di oltre 30.000 metri quadri, con 3 ampi battitori interamente in erba, 20 postazioni coperte e 6 target green, i nostri clienti hanno a disposizione due moderni swing studio con le tecnologie più moderne per poter praticare 365 giorni all’anno. Una caratteristica unica della nostra Academy è il fatto che per tutte le lezioni vengono fornite palle ProV1X per raccogliere dei dati oggettivi sullo swing e sul volo di palla di ogni giocatore e per rendere l’esperienza unica! Il nostro laboratorio fitting serve sia per poter provare tutte le ultime novità sul mercato ma anche per aiutare ogni giocatore ad avere i bastoni adatti al proprio gioco e la stessa cosa avviene nel putting studio indoor, dove si può monitorare con dei dati oggettivi il proprio gioco sui green e provare tutti i più famosi modelli di putt. Inoltre è stato creato un “wedge range”, ovvero una zona con dei target per praticare i colpi da 40 a 100 metri che troppo spesso rovinano gli score dei golfisti dilettanti. Il Club dei Giovani ha a disposizione una zona dedicata per far sì che i bambini possano imparare a giocare a golf divertendosi e sviluppando le loro caratteristiche fisiche. La palestra con attrezzature di ultima generazione aiuta a mantenere in forma i nostri allievi più esigenti, così come il team composto da biomeccanico, osteopata e preparatore atletico che collaborano strettamente con i nostri maestri.

Parlando dei nostri maestri, lo staff è composto da 4 professionisti con numerose certificazioni ed esperienze di gioco, ognuno con delle competenze specifiche. Benedetto Pastore è il coordinatore di tutte le attività ed il responsabile della squadra agonistica, Craig Williams è l’assistente della squadra agonistica ed è specializzato nel gioco corto e nella strategia in campo, Lorenzo Guanti è il responsabile della programmazione U12 e preparazione atletica ed è specializzato nell’insegnamento del putt, mentre Corrado De Stefani è l’assistente degli U12 nonché nostro clubfitter di riferimento. Edoardo Molinari supervisiona ogni singola attività e i maestri hanno un dialogo continuo sia con Edoardo ma anche tra di loro, lavorando come un vero e proprio team per il bene degli allievi. Dal momento che tutti i nostri maestri hanno giocato su qualche Tour per diversi anni, uno dei nostri punti di forza sono le lezioni in campo, dove il professionista vi spiegherà come ottenere il massimo dal vostro gioco senza stravolgere il proprio swing, semplicemente ottimizzando la strategia a seconda delle vostre caratteristiche e insegnandovi alcuni segreti che arrivano direttamente da Edoardo Molinari!
Un’ultima peculiarità della Edoardo Molinari Golf Academy è il fatto di avere un’innovativa app con cui si possono prenotare le lezioni, controllare il calendario delle prossime lezioni, comprare pacchetti di lezioni, mandare e ricevere messaggi, video, foto e note audio con il proprio professionista di riferimento e avere quindi un contatto diretto con l’Academy 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Ogni cliente ha così a disposizione sul proprio telefono una vera e propria “cartella clinica” da poter consultare in ogni momento, con i report multimediali delle lezioni, i video del proprio swing, gli esercizi e i consigli per migliorare il gioco e può monitorare i progressi nel tempo.

 


Edoardo Molinari

Per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare il sito web www.emgolfacademy.com e a scaricare l’applicazione EM Golf dall’App Store, oppure andare a trovare direttamente Edoardo Molinari e il suo Team al Royal Park I Roveri alle porte di Torino.

Sempre e ovunque “golf”

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Golf

S. Audisio – Cambia la scena, cambiano i colori, cambia la temperatura. Ma non certamente l’infinita passione con cui si affronta una nuova sfida, qualunque volto la natura ci offra.

 

Cambia la scena, cambiano i colori, cambia la temperatura. Ma non certamente l’infinita passione con cui si affronta una nuova sfida, qualunque volto la natura ci offra. Anche quando sotto i piedi scricchiola la neve e il verde sparisce, il golf riesce a ispirare, divertire, emozionare. Fa freddo, ma anche l’ingombro dei capi pesanti è ormai superato dalla tecnologia che, oltre a reinventare palle e bastoni, è entrata prepotentemente nelle trame dei tessuti per regalarci swing impeccabili e per nulla impacciati anche sotto zero. Il capo è caldo ma leggero, non fa entrare il vento ma lascia traspirare la pelle, è morbido, avvolgente e non emette alcun fastidioso rumore.

Perfetto, l’abbigliamento goffo e pesante sarebbe stato forse l’unico vero ostacolo a quello strano gioco che è il golf sulla neve. Invece, ancora un piccolo adattamento alle «regole locali» e la partita si fa seria. La palla naturalmente si piazza sempre e, una volta vicino alla bandiera (parlare di green è fuori luogo), si può tutto: pulire, spazzare, appiattire, prepararsi la strada migliore alla buca. Del resto il golf sulla neve non è cosa nuova se un dipinto del Seicento di Aert van der Neer, ci mostra alcuni momenti di gioco su un canale ghiacciato in Olanda. A quel tempo lo chiamavano kolven. Allo stesso modo, aspettando che i laghi engadinesi ghiaccino, si gioca da quasi trent’anni l’Engadiner Wintergolfturnier, prima a St. Moritz poi a Silvaplana. Anche il lago Baikal, in Siberia, si presta ogni inverno al golf. Che molte altre volte è salito in quota, magari non sul ghiaccio ma sulle buche estive innevate. Come a Crans, a Cervinia o a Megève per la Winter Golf Cup, qualche volta incrociandosi in combinata con uno slalom gigante. E sempre più a nord, il golf ha proposto la sua sfida più estrema, il World Ice Golf Championship. Località Uummannaq, Groenlandia, 600 chilometri a nord del Circolo Polare Artico. Condizioni limite, passione estrema, uno sforzo fisico e mentale notevole per affrontare un percorso che prende forma solo pochi giorni prima della gara tra ghiacci e immensi iceberg, con temperature che possono arrivare a meno 30 e venti gelidi (anche se il clima secco rende il freddo meno aggressivo). Mani, piedi e orecchie sono a rischio, potenti occhiali da sole consigliati, la protezione solare altissima. Sacca in spalla e niente shaft in grafite.

Chi ha partecipato dice: «È il percorso più spettacolare del mondo. Non senti il freddo più di tanto in una situazione così incredibile, surreale, come essere sul set di un film o sulla luna. Ricorda la scena finale di Superman, quando Clark torna a Krypton». E ancora, «Se ami il golf questo torneo batte qualsiasi altra cosa tu abbia fatto nella tua carriera di giocatore, un’avventura che non potrai dimenticare».
Da dicembre a maggio, nel fiordo di Uummannaq il mare è coperto da uno strato di ghiaccio spesso un metro che cattura gli iceberg di passaggio, ed è qui che si gioca, sotto un cielo blu intenso.
Ma solo quando le condizioni del ghiaccio sono perfette: infatti, dalla prima edizione del 1997, sempre più spesso il torneo è stato annullato. Troppo caldo.

 


Silvia Audisio

Giornalista per passione del golf, un percorso al contrario.
Dall’università di lingue alla moda milanese indossata e venduta, ai tessuti, ma sempre con la sacca in spalla macinando buche su buche. Da Genova dov’è nata, a Milano dove abita, a Biella dove ha tirato i primi colpi a cinque anni. E poi nel mondo per una partita senza fine, con il cruccio di non aver mai fatto hole-in-one e quello di vedere il golf, in Italia, ancora tanto distante dalla gente. Ma ne parla e ne scrive con fiducia. l Golf a test è l’ultimo libro, domande e risposte per capire il gioco. Ha diretto per 12 anni la rivista Il Mondo del Golf, aperto uno studio di comunicazione, vinto un premio dell’unione stampa sportiva e, per cinque anni, ha curato il magazine del Corriere della Sera, Style Golf. Scrive per Style, Dove e La Gazzetta dello Sport. La cosa più bella? Veder giocare i bambini. Certo nel suo circolo, dove partecipa all’organizzazione delle loro attività.

Contattate Silvia Audisio su twitter, facebook, linkedin

Vi siete già abituati alle nuove regole del golf 2019?

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Golf

Francesco Gori – Golfpiù – Abbiamo notato, nelle prime gare del nostro Circuito 2019, alcuni momenti di imbarazzo, del tutto naturali, di alcuni giocatori di fronte a vecchie sistuazioni da affrontare con nuovi criteri. Per cui abbiamo pensato di offrire un breve riassunto delle nuove regole con la gentile collaborazione di Francesco Gori di Golfpiù.

 

La nuova regola dell’asta in green

Le nuove regole del golf sono entrate in vigore a partire dal 1° gennaio 2019. L’R&A e la USGA hanno optato per una modifica e modernizzazione delle vecchie norme, con l’obiettivo chiaro di snellire e semplificare il gioco.
Un cambiamento che ha portato con sé numerose novità, vediamo quindi nei dettagli cos’è cambiato e come dobbiamo comportarci quando siamo in gara.
Le nuove direttive hanno visto un lungo e graduale processo di rinnovamento già a partire dal 2012 fino ad arrivare a marzo 2018, quando la Royal and Ancient Golf di St Andrews e la United States Golf Association, ovvero le autorità competenti in materia golfistica mondiale, hanno annunciato la revisione che andrà inevitabilmente a modificare molte abitudini di gioco.
I cambiamenti sono stati decisi dopo aver sentito il parere non solo degli esperti in materia, ma anche dei professionisti del green, come specificato da David Rickman, executive director governance del R&A:
“Siamo felici di introdurre le nuove regole dopo un processo che ha visto coinvolti i golfisti, gli esperti di regole e gli amministratori da tutto il mondo. Siamo convinti che le nuove regole incontrino maggiormente le aspettative dei golfisti in quest’ambito, siano più facili da capire e da applicare da parte di chiunque pratichi con entusiasmo questo fantastico gioco”.

Anche in riferimento a queste parole, la domanda sorge spontanea: perché nuove regole del golf?
I motivi sono molteplici e, come accennato ad inizio articolo, vanno a toccare alcuni aspetti basilari del golf:
– velocità di gioco: l’obiettivo è cercare di accelerarlo, snellendo le numerose ore di gioco che sono necessarie per completare un giro di 18 buche;
– interpretazione delle regole: le vecchie norme erano spesso complesse, difficili da interpretare e per questo teatro di penalità aggiuntive.

Obiettivo numero uno semplificare, per aiutare anche il precedente aspetto;
– onestà e spirito del gioco: cambiamenti nelle regole per rendere ancor più leali e responsabilizzati i giocatori, nel segno del rispetto verso i compagni di gioco e del campo;
– neofiti: un processo di snellimento generale per rendere più facile l’accesso a chi vuol iniziare a giocare a golf, troppe volte condizionato da paginate di regole complicate.

Nuove regole golf 2019: ecco cosa cambia nei dettagli.
Vediamo le procedure che cambiano, spiegandole con un linguaggio il più semplice possibile, partendo da quelle più significative.

La nuova regola del droppaggio

Droppaggio
Fino alla fine del 2018, la procedura di droppaggio prevedeva di prendere la pallina da golf con la mano, da una posizione in piedi portarla ad altezza spalla, fino a lasciarla cadere con il braccio esteso. Come droppare oggi?
Cambia la posizione, non più eretti ma chinati ad altezza ginocchio così che la palla cada dritta, senza subire influenze di alcun tipo rispetto ad una posizione più alta (che permette un maggior rotolo che può cambiare il punto finale di atterraggio della stessa). Da dove droppare?
L’area di droppaggio adesso può essere stabilita usando il bastone più lungo dei 14 che il giocatore ha in sacca, ad eccezione del putter.

Bandiera in green
Ecco un’altra novità significativa: le vecchie regole imponevano di togliere la bandiera una volta giunti in green perché la palla non doveva mai colpire l’asta, pena due colpi di penalità. Con le nuove regole, si potrà scegliere di rimuovere l’asta della bandiera come sempre, oppure lasciarla, a discrezione del giocatore. Nessuna penalità perciò se la pallina colpisce l’asta stessa.

Sul green
Rimanendo sul green, dal primo gennaio 2019 si può riparare quasi tutti i danni (inclusi quelli di scarpe, chiodi, animali) sul green senza penalità, usando arti ed attrezzi parte dell’equipaggiamento classico.
Tuttavia, danno sul putting green non include qualsiasi danno o condizione che risultano da:
– pratiche normali per il mantenimento della condizione generale del putting green (come ad esempio i buchi di aerazione e scanalature da taglio verticale);
– irrigazione o pioggia o altre forze naturali;
– imperfezioni naturali della superficie (come ad esempio erba infestante o aree spoglie, malate o di crescita irregolare);
– usura naturale della buca.
Con le vecchie regole invece, non c’era questa possibilità di riparazione di molti danni, in quanto azione ritenuta un aiuto al giocatore.
Si potrà calpestare la linea del putt ed anche toccarla senza penalità.

Palla mossa
Niente penalità nel caso in cui accidentalmente venga mossa la palla sul green o durante la ricerca di questa, a meno che non sia provata l’intenzionalità del giocatore nello spostarla.

Palla in ostacolo
Fino al 2018 era vietato toccare con bastone o mano il terreno dell’area di penalità (ostacolo d’acqua o bunker che sia). Ad oggi, invece, si può giocare la palla come si trova nell’area di penalità come se si trovasse in una qualsiasi altra area di gioco, senza penalità.
Si può toccare terreno o acqua quanto si vuole, compresi gli swing di prova. Rimangono però limitazioni sul Toccare la Sabbia nel Bunker, con penalità se:
– si tocca intenzionalmente la sabbia nel bunker con una mano, un bastone, un rastrello o un altro oggetto per provare la condizione della sabbia al fine di apprendere informazioni per il colpo successivo;
– si tocca la sabbia nel bunker con un bastone nell’area davanti o dietro la palla (eccetto come permesso secondo la Regola 7.1a nel cercare correttamente una palla o secondo la Regola 12.2a – come vedremo qui sotto – nel rimuovere un impedimento sciolto o un’ostruzione movibile) nell’effettuare un movimento di pratica, o nell’eseguire il backswing per un colpo.

Impedimenti sciolti
Fino al 2018, gli impedimenti sciolti (foglie, ramoscelli, sassolini eccetera) si potevano togliere, tranne che nel caso di palla in ostacolo.
Oggi si può rimuovere un impedimento sciolto in ogni zona del campo, aree di penalità comprese (quindi sia in bunker che in ostacolo d’acqua) e usando qualsiasi arto o attrezzo.

La nuova regola per il “fuori limite”

Palla persa o fuori limite
Dal 2019 è possibile introdurre una nuova regola locale in merito alla palla finita fuori limite o persa.
La regola prevede la possibilità di droppare entro due bastoni dal fuori limite: non sarà quindi più necessario ritornare sul tee di partenza o sul punto da dove abbiamo effettuato il colpo. Se si preferisce il droppaggio nelle vicinanze, la penalità sarà di due colpi (ora è uno ma si torna indietro a giocare la pallina). Sarà possibile introdurre questa opzionabile regola locale solo nelle gare per dilettanti, non in quelle dei professionisti.

Ricerca della palla persa
Sempre in materia di palla persa, cambia il tempo per ritrovarla: non più cinque, ma tre minuti.

Tempo di gioco
Sempre con l’obiettivo di accelerare il gioco, nelle gare a colpi si incoraggia il concetto di ready golf, ovvero “tira chi è pronto”, non più quello che ha fatto il punteggio migliore nella buca precedente.
I giocatori verranno anche incoraggiati a impiegare 40 secondi per eseguire il colpo, come già sperimentato tra i professionisti.

Area di penalità
Con le nuove norme cambia la dicitura di “area di penalità”: sarà considerata tale sia ogni specchio d’acqua (come prima quindi, compresi mare, laghi, fiumi, corsi d’acqua) che qualsiasi altra parte di campo che il comitato di gara definisce come area di questo tipo.

Campo di gioco
Il campo di gioco è adesso composto da 5 aree:
– area generale;
– area di partenza da dove il giocatore deve giocare nell’iniziare la buca che sta giocando;
– bunker;
– aree di penalità;
– putting green della buca che il giocatore sta giocando.
In precedenza, per campo si intendeva quello entro i limiti stabiliti, esclusi area di partenza, bunker e ostacoli.

Pallina colpita due volte (doppio colpo)
Nel caso di palla colpita due volte per uno swing errato niente più penalità, in quanto considerato colpo non intenzionale.

Risultato massimo nella buca
Oltre alle classiche gare medal e stableford viene introdotta una nuova formula: lo score di un giocatore per ogni buca sarà fissato ad un risultato massimo stabilito dal comitato di gara (in relazione alla buca o all’handicap del giocatore).
Nel caso di non completamento della buca, sullo score verrà segnato tale risultato massimo.

Altre nuove regole del golf 2019:
– cancellata la regola 26-1c, ovvero il droppaggio sul margine opposto, almeno che non prevista da una regola locale;
– può essere istituito un codice di condotta con penalità per chi non rispetta la cura del campo (riparazione pitch mark, pulizia bunker, zolle risistemate), quando in precedenza queste erano solo norme di etichetta e buon comportamento;
– la palla ingiocabile in bunker prevede una terza opzione – oltre a quelle di droppaggio dietro o entro due bastoni (un colpo di penalità), ovviando sulla linea ma fuori dal bunker con due colpi di penalità;
– nessuna penalità se la palla in movimento colpisce qualsiasi giocatore o equipaggiamento;
– non è permessa sostituzione di un ferro o bastone danneggiato se il giocatore è il responsabile del danneggiamento;
– ad eccezione che le regole locali lo vietino, è permesso l’utilizzo di apparecchiature per la rilevazione delle distanze.

Nuove regole del golf 2019: considerazioni generali
Si sta rivelando abbastanza difficile sconvolgere le proprie abitudini di gioco, ma siamo sicuri che con un po’ di tempo le novità si consolideranno nel quotidiano.
Certo alcune regole fanno già discutere. Ad esempio la regola della bandiera in green potrebbe sortire un effetto opposto a quello di velocizzare il gioco: ci sarà chi la vuole e chi no, insomma un “metti e rimetti” pericoloso.
In generale comunque ci dovrebbe essere un’accelerazione dei tempi, in particolare applicando la regola del droppaggio per palla persa o fuori limite, per quanto – essendo tale norma opzionabile – si rischi in questo caso di giocare in modo diverso in campi differenti.
Di rilievo invece la possibilità di punire con un codice di condotta chi non rispetta campo e compagni di gioco: troppo spesso nelle gare dilettanti se ne vedono di tutti i colori, adesso ci sarà sicuramente più attenzione ai propri comportamenti.

Le nuove regole del golf sono tradotte in oltre 30 lingue e disponibili, oltre che sulle app ufficiali sviluppate dall’USGA e R&A, in tre importanti pubblicazioni:
– L’edizione del Giocatore delle Regole del golf: destinata ad essere la pubblicazione principale per i golfisti, si tratta di una serie di regole abbreviata e di facile utilizzo, con frasi di uso comune in seconda persona e diagrammi;
– Le Regole del Golf: edizione completa delle Regole scritta in terza persona con illustrazioni. La versione più completa delle regole riviste;
– La Guida Ufficiale alle Regole del Golf: manuale che sostituisce il libro delle decisioni, con le informazioni per supportare al meglio i comitati. Include le interpretazioni sulle regole, le procedure per il comitato e le modifiche per i giocatori con disabilità. Un documento di risorse completo inteso come pubblicazione supplementare.

Tutti i dettagli sulle nuove regole del golf si trovano sul sito ufficiale in materia curato dalla R&A.

Presentato all’Hotel Splendide di Lugano il nuovo Circuito India Golf Cup 2019

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Ag. Leutman – India Golf Cup, per la presentazione del nuovo Circuito 2019, si è voluta regalare una cornice unica, scegliendo la magica atmosfera di uno dei più rinomati e prestigiosi hotel svizzeri: lo Splendide Royal di Lugano.

 

A sinistra, Adriano Manzoni – Responsabile Marketing IGC – a destra, Gianmario Sbranchella – titolare del Circuito IGC

Si è svolta nella serata di giovedì 28 febbraio, nella splendida cornice dell’Hotel Splendide di Lugano, la presentazione del nuovo Circuito 2019.

Alla presenza di un nutrito pubblico di appassionati golfisti, Adriano Manzoni, Responsabile Marketing dell’India Golf Cup, e Gianmario Sbranchella, titolare del circuito da ben 16 anni, hanno illustrato le 19 tappe del tour 2019.
Un tour che spazia dalle Dolomiti del Trentino alla Riviera Ligure passando ovviamente per Lombardia, Piemonte e Emilia.

Il Circuito, in cui sono inseriti alcuni tra i più affascinanti Golf Club del Nord Italia, I Roveri, Villa d’Este, Franciacorta, Menaggio, solo per citarne alcuni, si concluderà con la ventesima gara (riservata solo ai 4 vincitori di categoria delle 19 precedente gare) al Golf Club Ambrosiano il 1° ottobre 2019.

In palio, alla finale IGC, per i 4 vincitori di categoria un viaggio “Golf & Relax” di 5 giorni in Andalusia Spag

 

na, offerto dallo sponsor “I Viaggi di Seve”, giudicato dai viaggiatori golfisti italiani ed addetti ai lavori “Miglior Golf Tour Operator 2017” nell’ambito del premio “World Golf Awars”.

Ma le novità illustrate nell’occasione sono state diverse tra cui la conferma, anche per il 2019, della “Team Card India Golf Cup”, riservata ai partecipanti al circuito (basta la partecipazione anche ad una sola gara) totalmente gratuita e che da accesso a molte agevolazioni sui campi del Circuito e a notevoli vantaggi sui prodotti e servizi degli sponsor dell’India Golf Cup.

Gli sponsor che sono stati presentati alla platea da Adriano Manzoni mentre Gianmario Sbranchella ha dato spazio ad alcuni responsabili dei Golf Club del Circuito presenti per l’occasione.

Tra questi hanno preso la parola Roberto Binda, per il Golf Club Folgaria, e Doris Sivalli Segretario del Golf Club Menaggio, che ha illustrato il progetto di sviluppo in atto al proprio Club.

L’inconfondibile architettura dell’Hotel Splendide Royal di Lugano vista dalle acque del lago Ceresio

La serata si è conclusa con un ricco buffet e un arrivederci sui campi da golf.

 

 

 

 

 

 

Sponsorizzazione: un utile vademecum giuridico

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F. Ghezzi – India Golf Cup non è sicuramente la “Ryder Cup” ma nel nostro piccolo siamo stati più volte chiamati a chiarire le varie posizioni tra noi “evento sportivo” e gli “sponsor”.
Abbiamo così chiesto al noto Avvocato Furio Ghezzi di fare un po’ di chiarezza.

 

Il contratto di sponsorizzazione è un contratto atipico che tuttavia con la prassi, sempre più consolidata, ormai presenta dei contenuti minimi condivisi come essenziali che lo rendono tendenzialmente uniforme nell’ambito sia del diritto italiano che quello internazionale.
In altre parole possiamo dire che la prassi ha generato una sorta di contratto “tipo” che si può facilmente identificare nei principali contratti di sponsorizzazione.
Trattandosi di un contratto atipico appare essenziale siano presenti tutti i requisiti necessari perchè il contratto sia valido ovvero: l’accordo delle parti, la causa, l’oggetto e la forma.
1) L’accordo viene normalmente raggiunto dopo lunghe trattative, talvolta dopo aver prima sottoscritto una lettera di intenti M.O.U. (memorandum of understanding) e/o un contratto preliminare.
2) La causa, è il motivo dell’obbligazione, è quindi il fine economico del contratto stesso ovvero il ritorno o interesse economico reciproco, in altre parole: l’immagine per lo sponsor, il supporto economico per la realizzazione dell’evento o dello scioglimento dall’attività per lo sponsorizzato.
3) L’oggetto, in quanto la o le prestazioni contrattuali le analizzeremo di seguito.
4) La forma, in linea generale non è prevista obbligatoriamente la forma scritta, tuttavia visti gli interessi economici in gioco, difficile pensare, per eventi importanti, che l’accordo non sia in forma scritta, dato che solo questa darà la certezza dei reciproci impegni e li fissa nelle varie clausole.

Il contratto di sponsorizzazione è normalmente un accordo bilaterale che viene sottoscritto dal legale rappresentante dello sponsor e dallo sponsee.
Tuttavia non è ormai raro che soprattutto gli atleti siano assistiti da un procuratore o che abbiano ceduto lo sfruttamento e/o l’utilizzo dei propri diritti di immagine ad una società di management. In questo caso saranno questi a rappresentare l’atleta, il procuratore sarà normalmente remunerato dall’atleta a valere dalla sponsorizzazione. In questo caso lo schema classico bilaterale appare modificato perché sarà sempre l’atleta, e non il terzo mandatario, ad effettuare una prestazione sportiva o a concedere l’utilizzo dei propri diritti di immagine.
La sezione dedicata alle premesse deve essere presente in qualsiasi contratto di sponsorizzazione.
La presenza del complesso delle definizioni, rimandi e riferimenti normativi, ha assunto una valenza ermeneutica importante.
Il nucleo delle premesse è l’impianto definitorio, ovvero quel lungo elenco di definizioni, che permette non solo la qualificazione giuridica del contratto, ma anche la descrizione dei concetti giuridici fondanti della sponsorizzazione.
Vengono qui definiti gli sponsor, lo o gli sponsee, i diritti di immagine ceduti, i segni distintivi qualificanti il rapporto, lo sfruttamento commerciale, se del caso la presenza e apparizioni personali ad eventi, nonché ovviamente il periodo contrattuale, il territorio, le competizioni, ecc.
Di norma lo sponsee è titolare, in via esclusiva, dei diritti di immagine e può, consequenzialmente, cederne l’utilizzo e/o lo sfruttamento ai terzi; nel caso in cui fosse il procuratore a sottoscrivere il contratto, deve essere individuato il richiamo testuale alla procura rilasciata dallo sponsee ed i suoi limiti.
Vista la notevole importanza delle premesse nell’economia di un contratto di sponsorizzazione, è sempre sottolineata la loro importanza ai fini dell’interpretazione ed esecuzione del contratto, la formula più diffusa e nota è la seguente: Le premesse formano parte integrante e sostanziale del presente accordo.

Come abbiamo già detto il contratto di sponsorizzazione è un negozio giuridico atipico a prestazioni corrispettive con la previsione di un preciso sinallagma.
L’oggetto e le prestazioni principali costituiscono quindi il cuore del contratto e permettono di distinguerlo da altre figure contrattuali.
L’obbligazione principale dello sponsee ha due manifestazioni, la prima è certa, la seconda è invece aleatoria.
L’obbligazione certa è che lo sponsee conceda allo sponsor l’utilizzo e/o lo sfruttamento commerciale del proprio nome, della propria immagine e di tutti i propri segni distintivi e che siano abbinati al brand dello sponsor.
L’obbligazione aleatoria è riferita alla prestazione sportiva, incerta per sua natura, dato che non vi è certezza dei risultati che verranno conseguiti da cui derivano ad es. la partecipazione di un atleta ad un meeting, ad un match o l’apparizione ad un evento di natura commerciale organizzato dallo sponsor e, in alcuni casi, nell’indossare un certo abbigliamento sportivo (prestazione di facere). Trattasi evidentemente di una mera obbligazione di mezzi.
Come contraltare sinallagmatico lo sponsor, essendo un contratto a titolo oneroso, dovrà effettuare una prestazione di carattere economico (prestazione di dare).
Il c.d. ‘prezzo’ del contratto si può distinguere in varie componenti: la fee (compenso), una serie di bonus sia legati a risultati sia a prestazioni individuali riferiti alla disciplina sportiva e, talvolta, il c.d. ‘minimo garantito’, una sorta di compromesso tra fee e bonus che si caratterizza per il fatto che si garantisce allo sponsee un ‘minimo’ di natura economica, salvo che gli eventuali bonus saranno pagati solo sull’eccedenza rispetto alla soglia minima garantita. Spesso, in contratti di durata pluriennale, si può poi prevedere un incremento della fee modulato sulla scorta dei risultati sportivi ottenuti nell’anno solare precedente, o, viceversa, in caso contrario, un abbassamento della fee stessa, il c.d. malus.
Inoltre, lo sponsor effettuerà solitamente anche una fornitura di prodotti che, nel caso di fornitura tecnica, porta alla questione dell’obbligo di utilizzo in gara.
Proprio l’obbligo dell’utilizzo del materiale tecnico oggetto della produzione dell’azienda sponsor – costume da nuoto, scarpe da gioco, racchetta, mazza da golf, sci, scarponi ecc. – può portare a facili contrasti tra lo sponsor tecnico individuale dell’atleta e lo/gli sponsor tecnico/i del club e/o della Federazione di appartenenza durante le convocazioni nazionali.
Il quesito è semplice, non altrettanto la risposta: può un atleta utilizzare i prodotti forniti dal proprio sponsor tecnico individuale anche durante le gare e/o gli incontri che dovrà affrontare con i colori del proprio club e della propria Nazionale?
Va detto, innanzitutto, che la questione di cui sopra si pone, nel concreto, principalmente con riferimento ai club quasi solo per gli sport di squadra – non tanto, quindi, con riferimento ai campionati nazionali degli sport individuali – mentre, quanto alla Nazionale, per qualsivoglia disciplina sportiva.
Quanto ai club, in assenza di accordi collettivi di riferimento saranno i singoli contratti di prestazione sportiva a disciplinare la questione.
Le Federazioni hanno affrontato in modo differente il problema: alcune, come la F.I.S.I., consentendo l’utilizzo libero dell’attrezzatura-pro¬dotto tecnico (scarponi-sci), altre, come la F.I.N., consentendo in ultima analisi anche l’utilizzo di un costume di uno sponsor diverso da quello federale purché privo di qualsiasi altro marchio o logo (cioè neutro), altre ancora, come la F.I.P.A.V,. vietando agli atleti convocati in Nazionale l’utilizzo di una scarpa da gioco diversa rispetto a quella dell’azienda sponsor della Nazionale (celebre il recentissimo caso di un noto giocatore azzurro, al quale è stata revocata, nel luglio 2017, la convocazione per gli Europei in Polonia).
Il discrimen tra l’obbligo ed il non obbligo all’utilizzo del prodotto tecnico durante gli impegni con il proprio club o con la Nazionale dovrebbe, dal nostro personale punto di vista, trovarsi nella natura stessa del prodotto tecnico: se di mero abbigliamento dovrebbe essere vincolato allo sponsor del club e/o della Federazione, se in qualche modo, viceversa, si tratta di uno strumento di gioco in grado di influire, anche solo minimamente, sulla prestazione sportiva, dovrebbe essere lasciato libero.
Il contratto di sponsorizzazione prevederà poi un periodo contrattuale, spesso legato ad eventi topici che accadranno nel periodo ad esempio campionati, olimpiadi ecc.
Quanto sopra esposto ci porta ad analizzare un’obbligazione particolarmente importante: la c.d. esclusiva.
Se lo sponsor richiede l’esclusiva a titolo di ‘unicità’ ci si troverà di fronte alla c.d. ‘sponsorizzazione unica’, in altri casi l’esclusiva si limita allo stesso settore merceologico, c.d. ‘esclusiva merceologica’.
In sostanza viene chiesto allo sponsee di non effettuare le prestazioni richieste dallo sponsor nei confronti di altri brand che siano direttamente o indirettamente concorrenziali: a tal fine si allega al contratto un elenco di aziende da considerarsi concorrenziali allo sponsor quindi off limits.
Normalmente l’esclusiva essendo legata a brand sarà azionabile in qualsiasi stato del mondo.
Soprattutto nell’ultimo decennio a seguito dell’aumentata sensibilità etica e sociale si è stabilita la prassi, da parte dello sponsor, di proporre allo sponsee, in sede di negoziazione contrattuale, l’apposizione al contratto di particolari clausole di precostituzione dell’inadempimento – spesso con l’inserimento di clausole risolutive espresse e correlative clausole penali – attinenti alla condotta comportamentale personale dello sponsee.
Le c.d. morality clauses, di origine nordamericana, sono, quindi, volte ad una drastica riduzione del normale rischio contrattuale.
Da un’analisi accurata, anche comparativa, emergono clausole di siffatta natura in caso di condanne penali per delitti non colposi, uso di sostanze stupefacenti, violazioni della normativa anti-doping, illeciti sportivi e provvedimenti di sospensione o inibizione, frode sportiva, gravi comportamenti lesivi dell’immagine dello sponsor.
Negli anni più recenti sono altresì nate clausole volte a sanzionare comportamenti esclusivamente privati dello sponsee, atti a creare scandalo, imbarazzo, scherno e senso del ridicolo.
L’apposizione al contratto di quest’ultima tipologia di morality clauses tuttavia va incontro ad una serie di rischi: da un lato quello di sostituire il concetto di ‘moralità’ (soggettiva) a quello di ‘antigiuridicità’ (oggettiva).
In via generale, l’impegno assunto da uno sportivo è di comportarsi con correttezza, lealtà e nel rispetto di elevati principi etici attiene principalmente al suo ambito professionale.
Nell’ambito di contratti di sponsorizzazione di club sono poi state introdotte una nuova serie di clausole che mirano a ‘colpire’ comportamenti di razzismo, o di mancato fair play, della tifoseria della squadra. Anche in questo caso il rischio dell’indeterminatezza giuridico-contrattuale è molto elevato.
La casistica storica ha dimostrato come, in generale, non sia facile provare l’inadempimento di un contratto di sponsorizzazione.
Quanto alla sfera professionale, viceversa, sono state individuate come classiche forme di inadempimento il mancato utilizzo dell’abbigliamento in un contratto di sponsorizzazione tecnica o il mancato raggiungimento di un numero minimo di apparizioni in un contratto di testimonial.
È vero, infatti, che il contratto di sponsorizzazione presenta diverse accezioni, varianti e ‘smagliature’, in grado di renderlo, di volta in volta, differente ed unico, ma non è comunque possibile ritenere che qualsiasi violazione del sinallagma abbia significato preminente e sia in grado di inficiare l’utilità principale del contratto stesso.

La sponsorizzazione sportiva è un accordo fra due parti che prevede l’investimento in denaro o beni da parte di un soggetto (sponsor) per il finanziamento di un evento, una squadra, un singolo atleta o una federazione sportiva (sponsee).
Da un punto di vista generale, nell’analizzare il concetto di sponsorizzazione, comunque, una delle definizioni più note che colloca la sponsorizzazione tra le forme di comunicazione è quella data dal giornalista Pierre Sahnoun che l’ha definita come «l’arte di far parlare di sé parlando d’altro».
Il fenomeno è solidale al nostro tessuto socio-economico lo si può trovare ovunque: nel mondo della cultura, della televisione, dello spettacolo ed ovviamente dello sport.
La sponsorizzazione è una tecnica di comunicazione da collocarsi nell’ambito del marketing, per mezzo di un’impresa che fornisce un abbinamento tramite un supporto finanziario o tecnologico a un individuo, un gruppo o un’organizzazione al fine di permettere lo svolgimento delle proprie attività e contemporaneamente godere di un beneficio di notorietà derivato dall’abbinamento.

Nello specifico delle sponsorizzazioni sportive, in base alle modalità di intervento, è possibile definirle parle come segue:
• Sponsorizzazione della squadra, team o club: è la sponsorizzazione maggiormente diffusa nel mondo dei giochi di squadra: basket, volley e ovviamente calcio, prevede l’accoppiamento di uno sponsor ad una squadra la quale si impegna a divulgare, dietro corrispettivo, un determinato messaggio pubblicitario adottando simboli o apponendo scritte sull’abbigliamento ufficiale degli atleti e autorizza lo sponsor ad utilizzare tali immagini per le proprie esigenze di comunicazione e pubblicitarie;
• Abbinamento: l’abbinamento è una forma di sponsorizzazione caratterizzata dall’assunzione in toto o in parte del nome dello sponsor come denominazione della società sportiva. La comunicazione che ne deriva è la più efficiente poiché porta il consumatore ad identificare la società con lo sponsor, tutto bene ovvio che se i risultati sportivi vengono a mancare, c’è il rischio concreto di un risultato diametralmente opposto a quello desiderato;
• Sponsorizzazione di un singolo atleta: la categoria più ampia abbraccia tutti il mondo sportivo ed oltre ha come oggetto l’utilizzo del personaggio per un marchio o un prodotto.

Normalmente è preferito dagli sponsor tecnici che offrono la fornitura del materiale sportivo occorrente all’atleta per le proprie competizioni o imprese e all’atleta spetta l’obbligo di fornirsi di quei materiali nel corso delle gare o dell’impresa;
• Sponsorizzazione di una manifestazione: è la forma più classica di sponsorizzazione, si realizza attraverso il finanziamento da parte dello sponsor della manifestazione in cambio dell’attività svolta dagli organizzatori affinché sia reso noto il contributo offerto. Questo può avvenire in mille modi dall’intitolazione dell’evento allo sponsor o attraverso la comunicazione;
• Pool: forma di sponsorizzazione originale che nasce in Italia negli anni settanta e per prima adottata dalla F.I.S.I. per superare il problema della scelta di più sponsor in modo da ottenere il miglior finanziamento, senza danneggiare le scelte tecniche degli atleti. Normalmente vede coinvolti quindi da un lato una federazione sportiva e dall’altro un gruppo di aziende. La particolarità del pool è che le aziende sponsorizzatrici possono creare un soggetto giuridico consortile il cui oggetto è la cura ed il coordinamento delle iniziative derivate dall’accordo stipulato con la federazione.

La sponsorizzazione è uno strumento di marketing che ha assunto un ruolo rilevante nell’ambito della comunicazione aziendale e va gestita se si vuole raggiungere obbiettivi concreti di comunicazione; infatti essa è ben diversa dal mecenatismo di tanti imprenditori che appassionati di uno sport sostengono, di fatto senza scopo di lucro l’attività di club o lo svolgersi di manifestazioni sportive per i più diversi motivi. Lo sponsor per realizzare una strategia efficacie deve analizzare la situazione di partenza ricercando informazioni sul mercato di riferimento su mass business (analisi sulla popolarità dello sport) e market business (analisi sullo scenario dei concorrenti e del mercato interessati a essere sponsor commerciali o tecnici).
Lo sponsee preliminarmente si rivolge a tutte le aziende che potrebbe finanziare la squadra, l’atleta o l’evento in cambio della visibilità del proprio marchio. Individuati i soggetti di reciproco interesse si passa alla definizione degli obiettivi.
Gli obiettivi devono riferirsi a un pubblico specifico e riferiti a un periodo di tempo preciso.
Occorre descrivere gli effetti della sponsorizzazione in modo preciso, gli obiettivi devono essere appropriati sia rispetto alla caratteristica della sponsorizzazione che rispetto alla situazione aziendale di partenza.
Dopo la definizione degli obiettivi si scoprirà quali siano le modalità di sponsorizzazione più consone al raggiungimento degli obiettivi.
Quindi si accede ad una analitica individuazione dei criteri per le potenziali opportunità di sponsorizzazione assegnando un peso percentuale a ogni criterio e valutandone le caratteristiche tecniche, le valenze comunicazionali, i riflessi di tipo organizzativo e la dimensione economico-finanziaria. L’attuazione di un programma di sponsorizzazione richiede un budget preliminare che valuti correttamente il sostentamento dei costi.
I costi vanno suddivisi in costi di base, costi di gestione, costi di struttura e costi di comunicazione.
Tutto ciò premesso si passa sulla base di tutti i fattori analizzati nelle fasi precedenti alla messa in pratica di un piano strategico di sponsorizzazione.
Infine, al fine di completare il quadro sinottico della sponsorizzazione analizziamo in modo generale gli aspetti fiscali, in particolare le modalità di trattamento delle spese di sponsorizzazione ai fini della determinazione del reddito d’impresa modalità che sono state oggetto di numerosi interventi sia da parte dell’Agenzia delle Entrate che della giurisprudenza.
Secondo il comma 8 dell’art. 90 L. n. 289/2002 le sponsorizzazioni effettuate a favore di associazioni/società sportive dilettantistiche sono considerate spese di pubblicità per il soggetto erogante fino all’importo di € 200.000.
In sede di accertamento, l’Amministrazione finanziaria sostiene che pur in presenza delle condizioni previste dalla norma, la qualificazione come spesa pubblicitaria della sponsorizzazione si configura solo in presenza dei requisiti di inerenza ed economicità previsti dal Tuir. Al contrario – secondo la Corte di Cassazione – fino al predetto limite di € 200.000 sussiste deducibilità della sponsorizzazione e quindi le spese sono interamente deducibili ex lege a prescindere dai requisiti di inerenza e di congruità richiesti per le spese di rappresentanza.
Per quanto riguarda le spese di sponsorizzazione, esse si caratterizzano dall’esistenza di un rapporto sinallagmatico (contratto bilaterale a prestazioni corrispettive) in base al quale lo sponsor si obbliga ad una prestazione in denaro o in natura e il soggetto sponsorizzato si obbliga a pubblicizzare e propagandare il prodotto, i servizi, il marchio e l’attività svolta dallo sponsor (R.M. 2/1016/1974 e R.M. 9/204/1992).
Proprio per l’esistenza di tale rapporto sinallagmatico, tali spese sono state ricondotte secondo consolidato orientamento dell’Amministrazione finanziaria nell’ambito delle spese di pubblicità, in mancanza di carattere gratuito e anche in considerazione della definizione di spesa di pubblicità fornita dalla circolare AdE 34/E/2009.
Quindi le spese di sponsorizzazione per essere qualificate come spese di pubblicità ed essere integralmente deducibili devono: avere come scopo quello di reclamizzare un prodotto o il marchio o il nome dell’impresa; essere corrisposte a fronte di un obbligo sinallagmatico del beneficiario.

 


Furio Silvio Ghezzi

2009 – ad oggi
• Avvocato industrialista specializzato in diritto commerciale, internazionale, industriale e della comunicazione, esperto della normativa dell’emittenza televisiva, in particolare relativamente al giornalismo d’indagine, diffamazione a mezzo stampa e tutela dei minori e pubblicità.
• Resp. della Divisione Editoria, Intellectual Properties e Luxury Goods dello Studio Legale Associato Martinez & Novebaci di Milano.
1999-2008 –
• Resp. Ufficio Affari Legali Gruppo Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.
1991- 1999
• Resp. Affari Legali di Bugnion S.p.A. Tutela e gestione delle privative industriali nazionale ed internazionale.
1988 – 1991
Avvocato – Studio avv. Eugenio Grippo

Insegnamento
• Consulente e docente per IPSOA ed il Sole 24Ore in materia contrattualistica internazionale, licensing, editoria, diritto dell’immagine, d’autore, marchi e Patent Box.
• Consulente e docente per IFAF, nonché consulente per la società Paradigma relativamente alle tematiche di responsabilità penale delle persone giuridiche D.lgs 231/01.
• Docente dal 2004 di diritto dell’immagine e della comunicazione al Campus Multimedia organizzato da Mediaset e IULM; Consulente presso la LUISS per sessioni di orientamento post laurea esperto di profili legali d’impresa.
• Assistente presso l’Istituto di Sociologia e Filosofia del Diritto, Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano. Specializzato nell’analisi di Strutture Organizzative e processi decisionali, in particolare in merito a formazione dei gruppi, alla dinamica relazionale interno esterno e lo studio delle dinamiche interne ed il loro controllo per favorire il successo del gruppo, nonché delle tecniche negoziali.
• 2006/7 Professore a contratto di diritto dell’informazione e dell’editoria facoltà di Giurisprudenza di Messina.
• 2001/3 Professore a contratto di diritto dei marchi e della comunicazione presso lo IULM.

Pubblicazioni
“Guida alla Tutela delle Denominazioni d’Origine Italiane all’estero”
“Dalla sponsorizzazione all’investimento in Cultura”
“La giustizia leggera in Italia”

Per contattare l’Avv. Furio Silvio Ghezzi scrivere a:

furiosilvioghezzi@gmail.com

Nuovo canale GOLFTV

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Golf

Redazione IGC – Il 2019 inizia con GOLFTV

 

La home del sito GOLFTV

È attivo dal primo gennaio un nuovo “canale” dedicato esclusivamente al Golf, ovviamente al grande Golf professionistico. Sicuramente troppo presto per dare alcun giudizio ma crediamo sia sempre meglio aver più opzioni, possibilità di scelta. che non averne affatto o averne molto limitate.

Per poter vedere la programmazione, che sembra essere molto promettente, è necessario scaricare le due app disponibili sugli store e rintracciabili direttamente anche dal sito www.golf.tv (i link si trovano in basso a destra).

La programmazione stagionale del PGA Tour si apre con il Sentry Tournament (dal 3 al 6 gennaio alle Hawaii) dove debutterà anche il nostro Francesco Molinari. Per l’European Tour e il Ladies European Tour l’appuntamento è previsto dal 16 al 19 gennaio.

Con le app, GOLFTV è visibile su tre dispositivi: smartphone, tablet, tv. Ad oggi, registrandosi, è possibile utilizzare una versione gratuita per circa un mese ma attenzione, se non viene disdetta prima della scadenza, verrà applicata in automatico la versione a pagamento. Vi consigliamo di leggere attentamente i termini di utilizzo https://www.golf.tv/api/documents/termsofuse/termsofuse-germanlaw-it-v1.pdf.

Sperando possa diventare un canale nuovo e interessante per tutti gli appassionati golfisti per adesso auguriamo a GOLFTV i nostri sinceri auguri.

Lettera di Natale 2018

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Golf

Vanny “il veterano” – Scelta dalla redazione tra le molte “lettere” giunte nel 2018, la proponiamo per lo spirito di amicizia che particolarmente traspare,  simpaticamente adatto al periodo.

 

Vanny “il veterano” con Gianmario Sbranchella organizzatore dell’IGC

“Non credo di sbagliare reputandomi probabilmente il più vecchio, si fa per dire, “veterano” dell’India Golf Cup. Fui arruolato nel battaglione IGC nel lontano 2012, dall’amico Gianmario quando il Circuito stava vivendo, a mio avviso, la sua seconda fase, che l’avrebbe portato nel giro di alcuni anni a diventare quello che è oggi, un gran bel Circuito, sicuramente uno tra i migliori a livello amateur (qualcuno potrebbe mettere in dubbio la mia obiettività, ci può anche stare dato il mio sincero affetto verso Gianmario ma comunque non credo di sbagliarmi di molto).

Dal 2012 posso contare sulle dita delle mie mani le gare IGC che non ho disputato, purtroppo ho alzato la media proprio quest’anno a causa di piccoli e sfortunati infortuni, proprio quest’anno che in palio c’era il “Premio fedeltà” che mi brucia un po’ vedermi sfuggire sotto il naso, proprio a me il “veterano”. Il mio dispiacere non è per il premio in sé (non sarebbe stato comunque male passare 4 giorni in Spagna a giocare a golf) ma per il riconoscimento, appunto, di fedeltà, che avrei considerato in un certo senso il mio personale regalo a Gianmario.

Il golf è un bellissimo gioco/sport, per me il più bello, ma l’India Golf Cup è ancora qualcosa di più. Durante la mia “attività golfistica” ho frequentato molti Club e partecipato a decine e decine di gare un po’ dappertutto. Arrivavo, ritiravo il mio score, mi presentavo al team assegnatomi, si faceva il giro di buche, a volte qualche battuta e via si tornava a casa.

Ma all’India Golf Cup c’è qualcosa di più. Forse, anzi sicuramente, c’è tanto di Gianmario e del suo carattere incontenibile, che ha saputo creare un ambiante piacevole dove è facile fare amicizia, dove il gioco è preso seriamente ma mai in modo serioso, dove chi sbaglia un tiro viene incoraggiato e nello stesso tempo preso affettuosamente in giro e dove alla fine della gara è bello fermarsi tutti insieme per bere una birra, o anche due, e non “scappare” subito a casa. Le giornate IGC sono sempre piacevoli, non ne ricordo una sola dalla quale sono tornato scontento, sicuramente a volte scontento del mio gioco, non sempre si fanno 46 punti, ma della giornata trascorsa mai.

L’India Golf Cup mi ha dato tanto, non solo l’opportunità di calpestare molti tra i migliori green d’Italia, di migliorare il mio gioco, di vincere diversi premi tra cui solo quest’anno due bellissimi orologi, ma mi ha regalato il piacere di condividere il mio gioco/sport preferito con dei veri amici in assoluta spensieratezza e serenità. Una piccola oasi dove rifugiarsi una volta tanto e staccare “la testa” dallo stress quotidiano, un tocco di benessere per ricaricare le batterie. Ecco per me l’India Golf Cup è tutto questo. Non so se Gianmario avrà il coraggio di pubblicare questa mia lettera, conoscendo la sua riservatezza, ma comunque sono certo che avrà avuto almeno l’occasione di leggerla e io l’opportunità per una volta di ringraziarlo”.

Ciao Gianmario ci vediamo alla prossima gara.

Vanny il veterano

La BBC premia Francesco Molinari

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Golf

Redazione IGC – Dopo aver trascinato la rappresentativa europea alla conquista della Ryder Cup e aver vinto la Race to Dubai, la BBC premia il “nostro” Francesco Molinari, e l’Italia sta a guardare !

 

Il golfista azzurro è stato nominato dalla prestigiosissima BBC come sportivo mondiale del 2018, tra quelli di nazionalità non britannica. Non solo l’azzurro è il primo italiano in assoluto a potersi fregiare di un premio così ambito ma è anche in assoluto l’unico golfista dopo Woods a entrare nell’albo d’oro di questo premio.

Da italiani siamo ben felici che dall’estero giungano riconoscimenti per un nostro connazionale, ma saremmo ancora più soddisfatti se anche in Italia venissero riconosciuti i meriti che molti nostri atleti, con sacrificio e dedizione riescono a raggiungere. Non parliamo solo Golf ma di tante discipline sportive trascurate non solo dalle varie Federazioni ma anche da tanti media. Coni, Federazioni, Scuola ricordatevi che non esiste solo il calcio.

Se non premiamo, mettiamo in evidenza e supportiamo anche mediaticamente campioni come Francesco Molinari e tanti altri dei sport cosiddetti “minori” (che brutta definizione) lo sport con la ESSE maiuscola in Italia finirà per scomparire.