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 Il mondo del Golf è in continua crescita,

e continua a crescere l’interesse delle PMI per questo mondo.

Esserci o non esserci?

Già nel maggio 2009 “Money” pubblicava un interessante articolo, frutto in parte delle analisi conseguenti le ricerche di mercato fatte da Acciari Consulting-Censis sul mondo del marketing sportivo, in cui appariva chiaro che: “Il golf da alcuni anni vive un rapporto molto positivo con il pubblico e le aziende …”.

Anche se sono passati pochi anni da quel 2009 possiamo dire che quelle valutazioni, seppur corrette all’epoca, si sono dimostrate prudenziali rispetto all’evoluzione che ha coinvolto il mondo del golf.

Dal 2009 ad oggi, anche tenendo conto del breve rallentamento del 2013/2014 dovuto alla crisi generale dell’economia, il trend di crescita del golf, in tutte le sue varie componenti, è continuato gradualmente ma costantemente a crescere.

Pur non volendo entrare nel merito delle problematiche che ancora coinvolgono la gestione e lo sviluppo di molti Golf Club italiani, ne tanto meno le difficoltà di sviluppo del turismo del golf nel Bel Paese, dovute a nostro avviso più alla mancanza di “politiche” e “legislazioni” snelle e efficienti insieme ad una insufficiente e vera “messa in rete” di tutte le strutture coinvolte, si può affermare che mai come oggi il golf italiano e il golf in Italia goda di buona salute e sia per questo, oggetto di particolare attenzione.

Un fenomeno che inizia a coinvolgere anche quei cosiddetti “sportivi da poltrona” o “tifosi stanziali” che grazie all’affermarsi di campioni italiani in campo internazionale (i fratelli Molinari e Matteo Manassero forse un gradino sopra tutti gli altri), e grazie soprattutto all’avvento dei canali sportivi di Sky, che dedicano ormai ampi spazi alle manifestazioni golfistiche, possono finalmente tifare “azzurro”, anche in questo sport.

“Sportivi-tifosi” che magari non hanno mai impugnato un “ferro 7” ma che cominciano a formare un vero e proprio pubblico interessato.

Non è da escludere che il trend positivo del golf italiano sia stato uno dei fattori, sicuramente non il decisivo ma almeno marginale, per l’assegnazione della prestigiosa Ryder Cup 2022 all’Italia. Ciò darà sicuramente un ulteriore slancio a tutto il movimento nazionale, nella speranza che il “sistema paese” sia in grado di cogliere l’eccezionale occasione e “sfruttarla” al meglio.

Ma non è solo Sky, indubbiamente tra i più importanti media tv, ad aver puntato l’obiettivo sul golf. Oltre alle ormai consolidate e numerose riviste patinate di golf sono nati in questi ultimi anni diversi media digitali, web tv e piattaforme web (anche in lingua italiana), che trasmettono gare, interviste, approfondimenti sia live che in streaming.

Non è difficile arrivare alla conclusione che: se alcuni importanti gruppi media sono arrivati a dedicare ampi spazi e investimenti al golf, questo sport (ma è veramente solo uno sport?) è in grado di offrire ottimi risultati a livello economico e/o come ritorno d’immagine alle imprese che in esso investono.

Ci credono innanzitutto i grandi brand che sponsorizzano e prestano il loro nome a bellissimi circuiti (ne citiamo solo alcuni tra i tanti presenti con riferimento, per quanto ci riguarda, solo a circuiti nazionali): da Poltrona Frau a Robe Di Kappa; da Mercedes a Fineco Bank; da Rolex a Porsche; da Banca Generale a Jaguar Land Rover; da Société Générale a Falconeri; da Baglioni Hotels a Banca Mediolanum; da Damiani a Bmw, e potremmo andare avanti per diverse righe ancora.

Ma non sono solo i grandi brand a dare nome e a organizzare o sponsorizzare circuiti di golf.

Ormai anche piccole e medie aziende investono nel golf come mezzo di promozione/affermazione del proprio brand, o come strumento per intercettare contatti utili al proprio business, per fare rete/networking.

La prima domanda che tante di queste PMI si sono fatte prima di investire nel golf è stata:

Il “gioco” vale la candela?

Noi, per rispondere alla domanda, partiamo da un’affermazione di Michele Norsa, vice presidente del Gruppo Laura Biagiotti, che in una intervista istituzionale, pubblicata a pagina 25 di lunedì 28 Agosto 2017 su “Il Corriere Economia”, in merito al mondo del golf dichiara: “Il Golf non è soltanto un gioco, ma un modo di stare insieme ad un certo livello. Sono molti gli incontri e contatti che si possono fare sul green e che il clima rilassato favorisce …“.

È vero, grand parte del mondo imprenditoriale si ritrova spesso, anzi molto spesso, sui verdi green dei campi da gioco e, come sostiene Michele Norsa, è indubbio che in un ambiente rilassato, fuori da un contesto lavorativo da “incontri e meeting ufficiali” è molto più facile relazionarsi, entrare in empatia con le persone e di conseguenza agevolare discorsi sui reciproci interessi. Si passa così facilmente da argomenti di ambito sportivo a quelli di business (non dimentichiamoci poi che sui campi da golf è uso darsi del “tu”).

Instaurare questo tipo di relazioni è molto importante, anzi assolutamente importante, specialmente per chi ricopre ruoli e responsabilità manageriali in PMI e che ha, a nostro avviso, quasi il dovere di cercare canali relazionali di un certo livello. Ma non vorremmo che così passasse il messaggio, romanzato forse fino ai primi anni ‘90, dove  i “circoli del golf” erano visti, nell’immaginario di alcuni, come terreno facile e fertile per la ricerca dell’imprenditore facoltoso da coinvolgere e “spremere” a piacimento.

Oggi il “ mondo del golf ” è altro, è molto di più.

Pur rimanendo sempre un “luogo” d’incontro di alto livello, oggi il golf è frequentato da una classe dirigente colta e preparata che ha ormai maturato esperienze internazionali e lontana ormai da quel “clichè” che vedeva il golfista aristocratico, benestante per passaggio ereditario, e un po’ lontano dalla vita reale del Paese.

È cambiato il golfista ed è mutato con esso tutto il mondo del golf che è oggi frutto di un’imprenditoria moderna, di una minuziosa programmazione e progettazione. Il golf è diventato un “prodotto” sempre più personalizzato e un “servizio” sempre più performante. Esso ha, di conseguenza, uno dei target di riferimento tra i più analizzati, selezionati e raffinati (nel senso che il suo profilo è tra i più delineati, precisi e privo di ridondanze), ed é per questo di grandissimo interesse come riferimento per molti prodotti/servizi di media, alta e altissima gamma.

Se un imprenditore decide di promuovere un prodotto/servizio nell’ambito golfistico, può essere in grado di conoscere perfettamente, al contrario che in tantissimi altri ambiti (settori sportivi e non), qual’è l’esatta sovrapposizione/corrispondenza con questo target. Le ricerche di mercato oggi ci dicono, quasi con esattezza, cosa interessa a un golfista e cosa no, si conoscono molto bene le fasce di età dei giocatori, la loro capacità di spesa e la loro tendenza e propensione all’acquisto.

Si sostiene che il mondo golf, sia una nicchia di mercato molto piccola. Vero, anche se è una nicchia in continua e costante crescita e, peculiarità del segmento, sta mantenendo in questa sua fase espansiva quasi integralmente le proprie caratteristiche; ragion per cui aumentano costantemente i volumi del target senza alterarne la fisionomia.

Chi investe in comunicazione/promozione/sponsorizzazione nel golf sa perfettamente a chi comunica, a chi si rivolge. Ogni centesimo investito va sicuramente a colpire il target (ovviamente se servizio/prodotto sono adatti a questo target e se il tutto è comunicato tenendone bene presente il profilo). Il costo contatto è così un costo contatto effettivo “puro”, con pochissimi margini di scarto, aspetto difficilmente riscontrabile se non in altri rarissimi casi.

Da ricordare inoltre che per molti circuiti di golf dedicati a non professionisti i costi d’accesso non sempre sono così onerosi come si può credere. È indubbio che qui l’attenzione va posta con estrema pignoleria all’individuazione del circuito che dia le maggiori garanzie di serietà e professionalità, perché purtroppo, anche in questo settore iniziano a emergere “professionisti dell’ultima ora”.

Tornando alla domanda iniziale: il gioco vale la candela?

La risposta non può essere che una: se il vostro servizio/prodotto si adatta al target golf o se volete allargare il vostro network con contatti interessanti e qualificati

SI, IL GIOCO VALE LA CANDELA.

Adriano Manzoni
Leutman- Strategy Communication Consulting

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