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Veneto tra storia, cultura, arte e tanto golf di alta qualità

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Golf

Redazione – Molti Paesi europei, e non solo, hanno fatto del golf un fattore attrattivo per turisti da tutto il mondo. Questi Paesi hanno conquistato migliaia di golfisti/turisti grazie ad offerte di ottimi servizi di svago e intrattenimento oltre al classico green fee. Ben poche però, con le dovute eccezioni, possono offrire un palcoscenico come quello italiano, con il Veneto in prima fila; perché non approfittarne?

Noi italiani abbiamo sicuramente la tendenza ad essere esterofili e per quanto riguarda il golf non facciamo eccezione. Ma è anche vero, purtroppo, come altri Paesi hanno saputo in questi ultimi 10/15 anni fare sistema intorno al golf meglio del “Bel Paese”, come abbiamo già avuto modo di scrivere anche su queste stesse pagine.
Hanno fatto sistema e costruito, nel vero senso del termine, dei “parchi divertimento” per golfisti e per i loro accompagnatori, dando la possibilità di poter trascorrere alcuni giorni o settimane in luoghi accoglienti e formiti di eccellenti servizi, dalle SPA, centri benessere, tour turistici organizzati. Ma come dicevo hanno “costruito” tutto ciò spesso, anche se non sempre, in mezzo al nulla, delle Las Vegas o Europa Park mirati alle esigenze, o presunte tali, dei golfisti.

A volte invece basterebbe girare un attimo lo sguardo e potremmo scoprire, qui da noi, situazione sicuramente diverse da quelle sopra citate, ma di estremo fascino, interesse, uniche che tutto il mondo ci invidia e con vicino strutture golfistiche d’eccellenza.
È per questo che vogliamo suggerirvi due dei tanti itinerari che potrete percorrere in questa bellissima Regione che è il Veneto, gustandovi tante cose “vere” abbinandole a momenti di puro piacere golfistico in club a portata di mano.

Uno scorcio di Chioggia detta “la piccola Venezia”

Senza voler escludere da alcun itinerario la “Serenissima” che meriterebbe una visita almeno mensile per scoprire le sue mille bellezze e altrettanti segreti con il suo particolarissimo Circolo Golf Venezia da non perdere, vi suggeriamo questi itinerari veneti per così dire “alternativi”. Il primo breve tour suggerito comprende Chioggia, Adria, Loreo e il Delta del Po, il tutto racchiuso nell’arco di qualche decina di chilometri. Chioggia (Venezia), chiamata la “Piccola Venezia”, è una popolosa e vivace città marinara.

Con i suoi palazzi in stile veneziano che si affacciano sui canali, le caratteristiche imbarcazioni denominate “Bragozzi” con le loro vele variopinte, la pescheria, il Corso del Popolo, Chiese, Musei e Monumenti, Piazza Vigo con il suo bellissimo ponte sembra di tornare indietro nei secoli, al tempo dei dogi e della Serenissima. Per questo durante la stagione estiva, a Chioggia va in scena Il Palio de La Marciliana: rievocazione storica della Guerra di Chioggia assolutamente imperdibile. Adria (Rovigo), cittadina del Polesine è un borgo da scoprire, perfetta destinazione di turismo lento, di prodotti tipici e di tradizioni legate al territorio. Con poco più di ventimila abitanti da qualche anno ha aderito all’Associazione Borghi Autentici di Italia, un network di 22 Comuni creato per aumentare la qualità della vita delle comunità locali, con una particolare attenzione alla sostenibilità e al rispetto delle radici locali. Loreo (Rovigo) fu legata a Venezia nel periodo di massimo splendore in quanto rappresentava per quest’ultima un punto cruciale dal punto di vista sia economico che commerciale (attraverso il canale Naviglio).
L’influenza della Serenissima è notevole nella struttura architettonica di Loreo, città caratterizzata da suggestivi portici e calli che portano nella splendida Piazza Longhena. Il Delta del Po (Rovigo) è una terra stupenda ancora in buona parte sconosciuta, da percorrere lentamente, scoprendo la dolcezza del paesaggio, l’accoglienza calda e ruvida dei casoni, l’emozione dei ponti di barche, il mistero dei folti canneti, i vasti orizzonti, le attività nelle valli, nelle lagune e negli orti, fino al fascino della foce e degli estremi scanni, lembi di sabbia finissima in continuità con il mare. Ai margini di questo “cerchio magico” potete distrarvi in due splendidi Golf Club: Albarella e Rovigolf.

Le 18 buche di Albarella si snodano lungo un percorso sospeso tra il mare e la laguna del parco naturale del Delta del Po, in un campo che rappresenta la fusione perfetta tra i classici percorsi britannici e lo scenario mozzafiato della laguna veneta. Questo Club è stato costruito all’interno dell’omonima Isola di Albarella che è un’oasi naturale nel Parco regionale del Delta del Po, riconosciuto con ben due riconoscimenti UNESCO. Circondata da laguna e mare, il 100% della sua superficie è sotto stretta tutela ambientale. Rovigolf è un 9 buche ma non fatevi ingannare, non è un percorso semplice anche se decisamente piacevole da giocare e molto ben curato. Il secondo tour che vi consigliamo è quello delle Ville della Riviera del Brenta. Spendiamo solo poche righe per introdurvi sommariamente nella storia sulla nascita di queste splendide Ville. Il 17 aprile 1345 il Maggior Consiglio della Repubblica di Venezia abrogava la legge che fino ad allora aveva proibito ai cittadini della Serenissima l’acquisto di terreni in terraferma e così parte degli interessi del patriziato Veneto si spostarono dal commercio all’entroterra e lungo le rive del Brenta. Da quel momento iniziò da parte dei Nobili dell’epoca una vera e propria “gara” ad accaparrarsi i migliori terreni sia da coltivare ma anche per costruirsi ville sempre più suntuose per farsi invidia gli uni con gli altri che ebbe il suo momento d’oro solo a partire dal XVI secolo e durò fino alla caduta della Serenissima nel XVIII secolo.

Villa Foscari conosciuta anche con il nome di “La Malcontenta”

Durante quasi 4 secoli si stima sorsero circa 2000 ville. Di quelle oggi ne rimangono alcune che sono state mantenute e restaurate e danno modo a chi le visita di capire la grandezza che fu. Tra queste da non perdere è Villa Foscari conosciuta anche con il nome di “La Malcontenta” nel comune, appunto, di Malcontenta di Mira (VE).
La Villa fu progettata da Andrea Palladio per Nicolò e Alvise Foscari, ed è una espressione di straordinaria compiutezza delle sue idee architettoniche. All’interno la Villa è decorata da affreschi incantevoli alcuni dei quali di Battista Franco, cresciuto sotto l’influenza di Michelangelo, e di Battista Zelotti, compagno artistico di Paolo Veronese.

Veduta aerea di Villa Pisani, oggi Museo Nazionale

Lascata Villa Foscari, non potete perdervi di ammirare uno dei gioielli del tardo barocco veneziano, il complesso di Villa Widmann Rezzonico Foscari. Costruita agli inizi del Settecento per volontà dei Serimann, nobili veneziani di origine persiana, la Villa ottenne l’attuale forma solo nella metà dello stesso secolo, quando la famiglia Widmann, dopo avere acquistato l’immobile, lo rimodernò adeguandolo al gusto rococò francese.
Il corpo centrale divenne così accogliente dimora per feste e ricevimenti.

Un altro gioiello da non perdere in questo tour è la Barchessa Valmarana, splendida testimonianza architettonica di nobili origini seicentesche lungo la Riviera del Brenta, che offre al visitatore oltre al fascino delle storiche sale interne, affrescate e decorate con gusto, anche la grazia caratteristica del giardino all’italiana e gli spazi armoniosi dell’ampio parco sul retro. Ad accogliere il visitatore una facciata maestosa e l’ampio porticato a doppie colonne. Al portico si affacciano le stanze interne attraverso le tipiche finestre piombate della tradizione veneta e in particolare veneziana. Fedeli alla tipica struttura originaria, gli spazi interni sono valorizzati da sontuosi affreschi e arredati con statue, mobili e oggetti d’epoca. Impossibile poi non visitare Villa Pisani, oggi Museo Nazionale, e Villa Foscarini Rossi.
La maestosa Villa dei nobili Pisani ha ospitato nelle sue 114 stanze dogi, re e imperatori, ed oggi è un museo nazionale che conserva arredi e opere d’arte del Settecento e dell’Ottocento, tra cui il capolavoro di Gianbattista Tiepolo “Gloria della famiglia Pisani”, affrescato sul soffitto della maestosa Sala da Ballo. Oltre all’incantevole architettura e ai capolavori artistici che queste mura custodiscono di eccezionale fascino è anche il parco che incanta per le scenografiche viste, dalla Coffee House all’Esedra, il famoso labirinto di siepi, tra i più importanti d’Europa, la preziosa raccolta di agrumi nell’Orangerie e di piante e fiori nelle Serre Tropicali. Poco distante da Villa Pisani sorge il complesso architettonico del XVII secolo chiamato Villa Foscarini Rossi. Come era d’uso all’epoca anche la famiglia Foscarini chiamò famosi architetti come Vincenzo Scamozzi, Francesco Contini, Giuseppe Jappelli e pittori e decoratori come Pietro Liberi e Domenico de Bruni a cui affidò il compito di erigere e decorare una “casa” con il massimo del lusso possibile per enfatizzare al meglio l’importanza della famiglia che aveva dato alla “Serenissima” un Capitano di Mar e un Doge. All’interno della struttura ha sede anche l’importante Museo della Calzatura che raccoglie oltre 1500 modelli di calzature femminili di lusso. Il Museo della calzatura nasce dall’iniziativa del comm. Luigino Rossi, presidente del Calzaturificio, di esporre i pezzi più rappresentativi creati dall’azienda nel corso della sua attività.
La struttura è stata inaugurata il 24 giugno 1995, anniversario dei cinquant’anni di attività dell’azienda iniziata nel 1947 da Narciso Rossi e proseguita dal figlio Luigino che nel 1990 acquista il complesso architettonico di Villa Foscarini poi passato, nel 2003, al gruppo finanziario del lusso LVMH.

Un scorcio dell’affascinante percorso del Golf Club Cà della Nave

Lustrati gli occhi con queste meraviglie ora potete scegliere se giocare sul green del Cà della Nave o su quello dei Villa Condulmer, entrambi a non più di 20/30 minuti delle Ville.
Il percorso del Golf Club Cà della Nave è stato disegnato dal famoso Arnold Palmer ispirandosi ovviamente alla vicina Venezia. Peculiarità del campo viene data dall’abbondanza di ostacoli d’acqua creati con laghi artificiali che interessano ben 12 delle 18 buche, dalla consistente presenza di grandi bunker all’americana, dagli aspetti tecnici e dalla piacevolezza del paesaggio circostante che lo annoverano fra i migliori campi da competizione realizzati in Italia. La clubhouse del Cà della Nave è una splendida villa del Cinquecento immersa in uno dei più ampi e notevoli parchi secolari del paesaggio veneto. Il ristorante al suo interno è il centro nevralgico del Club, un ambiente esclusivo ed accogliente con più di cento posti a sedere al suo interno ma che triplica i suoi spazi quando vengono aperte le grandi vetrate che si affacciano sulle piscine esterne che sono ben 3, incastonate come gioielli tra il ristorante e i campi da golf.

Una buca del percorso del Golf Club Villa Condulmer

Altro meraviglioso Club poco distante dal tour “Ville del Brenta” è il Golf Club Villa Condulmer. Nel il 1958 la settecentesca Villa Condulmer diventa hotel esclusivo e nel febbraio 1960 nasce il Golf Club Villa Condulmer, con prime nove buche, su progetto dell’architetto John Harriys. Dal 1960 ad oggi un continuo rinnovamento del percorso, diventato nel frattempo 18 buche, e l’implementazione continua dei migliori servizi possibili, ne fanno oggi un vero gioiello del golf. Varcare il Cancello del Golf Villa Condulmer significa entrare nella Storia del Golf Veneto e non solo, gran parte dei giocatori che hanno reso grande questo Sport sono passati di qui. Oggi il Club ha rinnovato completamente il Percorso Championship, riseminando le 18 buche con la Bermuda Grass che permette la perfetta giocabilità sia d’estate che d’inverno. Concludendo questo nostro breve “racconto” possiamo ben dire che per trovare emozioni esaltanti e uniche nell’ambito della cultura, della storia, dell’arte e oggi anche del golf non è sempre necessario dover oltrepassare i confini nazionali, anzi: basta guardarsi un po’ attorno.

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Hong Kong Golf Club, anche senza “Royal” sempre regale

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Golf

Redazione – Fondato nel 1889 da tredici appassionati golfisti, nell’allora colonia brittannica, mantenne fino al 1996 la denominazione “Royal” che dovette abbandonare con il ritorno dei territori alla Cina. Questo fatto non ha però mutato l’eccellenza di questo Club ritenuto uno dei migliori al mondo, rimanendo in ogni caso un percorso regale.

Già a metà degli anni ’70 Pat Ward-Thomas, autore dell’”Atlante mondiale del golf”, considerato ancora oggi come una tra le “Bibbie” del golf, utilizzava queste parole in relazione all’Hong Kong Golf Club: “È raro giocare in uno scenario più bello di quello del Royal Hong Kong, situato a ridosso delle magnifiche montagne cinesi …”. Dagli anni ’70 ad oggi tantissime cose sono cambiate a Hong Kong, ne ascoltiamo proprio in questi giorni le tristi cronache, ma una cosa è certa, l’Hong Kong Golf Club ha mantenuto intatto il suo fascino e anzi ha aumentato di anno in anno la qualità dei suoi percorsi di gioco tanto da essere sede dell’Hong Kong Open ininterrottamente dal 1959. Hong Kong Open è stato votato dai golfisti professionisti nel 2018 come la miglior competizione dell’anno dell’Asian Tour e il suo percorso come il miglior campo da golf dello stesso anno. Il doppio riconoscimento consolida ulteriormente la posizione dell’Hong Kong Open come uno dei migliori tornei di golf e sedi in Asia. Nel 2015 HKGC è stato anche selezionato da una giuria internazionale di giornalisti ed esperti del settore come “Platinum Golf Club of The World” classificandosi nella top 100 dei migliori club di golf del mondo. Solo altri quattro club in Asia hanno ottenuto una posizione migliore dell’Hong Kong Golf Club in questa esclusiva classifica.

Sguardi sui percorsi dell’Hong Kong Golf Club

La direzione del HKGC è molto attenta, sensibile e attiva nel promuovere il golf nei giovani, specialmente sul suo territorio, tanto da aver attivato già dal 2013 un programma di sviluppo del golf per le scuole di Fanling e Sheung Shui, seguito da un’offerta di formazione golfistica a studenti svantaggiati nell’ambito della Inspiring HK Sports Foundation. Un totale di 10 scuole attualmente inviano studenti per lezioni settimanali svolte al campo pratica e sui suoi 3 percorsi. Dal 2017, un programma di “introduzione al golf è stato offerto anche agli insegnanti di educazione fisica (PE) delle scuole del Distretto Nord di Hong Kong. L’accesso alle strutture per la pratica e alle opportunità di gioco presso HKGC è stato un fattore importante nei recenti successi individuali e di squadra del crescente gruppo di giovani golfisti di talento di Hong Kong. I risultati raggiunti da questi giovani giocatori hanno aperto la porta a opportunità accademiche, comprese borse di studio complete presso le università degli Stati Uniti. Grazie anche a questi programmi all’Hong Kong Open 2019, quattro giocatori di golf di Hong Kong, tra cui tre dilettanti, Alexander Yang, Leon D’Souza e Terrence Ng, hanno ottenuto il taglio di metà percorso, un vero record.

Sguardi sui percorsi dell’Hong Kong Golf Club

Anche se molto “progressista” l’Hong Kong Golf Club non sfugge alle regole della tradizioni e della forma, come spesso accade in oriente, per cui vige per i frequentatori del Club, se non un rigido codice di comportamento, un “caloroso” invito a rispettare alcune regole tra cui: divieto dell’uso dei telefoni cellulari in tutta la Club House e sui percorsi di gioco; i membri devono sempre osservare uno standard di abbigliamento ragionevole e prudente e non indossare indumenti che possano offendere gli altri tra cui vestiti strappati o sporchi; le magliette da golf devono essere con colletto e maniche (non per le signore) e indossate infilate; pantaloncini corti o gonne con un massimo di 5 pollici sopra le ginocchia, i leggings possono essere indossati sotto i pantaloncini corti ma non da soli. In Club House nessun berretto, visiera, cappelli e cappelli di lana possono essere indossati così come sono vietati infradito, tranne che a bordo piscina. A noi possono sembrare limitazioni un po’ rigide ma bisogna tener conto di quanto conti nella cultura orientale e cinese in particolare il rispetto per le formalità che per la loro società non è solo un fatto esteriore ma è un fattore di rispetto per se stessi e per gli altri. Anche l’Hong Kong Golf Club non è “scampato” a quello che possiamo definire benevolmente scetticismo verso il gentil sesso nel golf. Sebbene le donne avessero giocato a golf a Hong Kong già nel XIX secolo e giocassero in competizione all’allora Royal Hong Kong Golf Club dalla fine degli anni ‘20, fu solo nel 1932 che alle donne fu permesso di accedere al in modo frequente e non eccezionale al Club.

Sguardi sui percorsi dell’Hong Kong Golf Club

Nel novembre 1946 fu deciso che le mogli e le parenti dei membri potessero giocare previo pagamento dell’abbonamento da parte del membro maschile, e che altre donne potessero giocare con un membro dietro pagamento di un green fee che ammontava all’epoca a HK $ 1. L’Hong Kong Golf Club ha però saputo percorrere velocemente la via dell’emancipazione sociale e attualmente ha una sezione femminili molto numerosa formata da oltre 550 giocatrici con handicap (il massimo è 36), di cui circa 80 giocano regolarmente a golf da competizione il martedì, noto anche come il giorno delle donne. Abbiamo dedicato tanto testo per cercare di illustrare l’atmosfera particolare che avvolge questo fantastico Club trascurando sicuramente la descrizione tecnica dei suoi tre percorsi che di seguito sintetizzeremo al meglio. Consigliamo comunque ai più curiosi di dare una sbirciatina al sito internet del Club molto ben fatto, dove potranno trovare le informazioni qui mancanti (www.hkglofclub.org). L’Hong Kong Golf Club ospita tre percorsi da 18 buche ognuno dei quali con una propria piccola zona di sosta, perché definirla buvette sarebbe inappropriato, a metà percorso.

Sguardi sui percorsi dell’Hong Kong Golf Club

Il primo percorso o “Old Course” è stato inaugurato nel 1911, l’Old Course misura 6.246 yard dai tee del campionato e ospita l’Hong Kong Ladies Open. Un layout tradizionale con fairway alberati e green piccoli premia la precisione del giocatore piuttosto che sulla lunghezza. La caratteristica sosta a metà strada chiamata House Grade III risale al 1918 ed è il modo perfetto per rilassarsi e idratarsi dopo la nona buca. Il secondo percorso o “News Course” è stato inaugurato nel 1931, il New Course misura 6.520 yard dai tee del campionato. Otto delle buche sono presenti nel “Composite Course” che ospita l’Hong Kong Open. Ogni anno il New Course ospita i campionati amatoriali maschili e femminili di Hong Kong. La zona di sosta e ristoro si trova dopo l’undicesima buca. Il terzo percorso o “Eden Course” è stato inaugurato nel 1970, l’Eden Course misura 6.106 yard dai tee del campionato. Dieci delle buche sono presenti nel “Composite Course” che ospita l’Hong Kong Open. La zona di sosta e ristoro si trova dopo la 12a buca. Speriamo di avervi incuriosito anche questa volta e stimolati, appena possibile, a viaggiare su tutti i campi del mondo.

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