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Gianmario Sbranchella – Non è la prima volta che affronto questo argomento e spero di averlo sempre fatto con un po’ di spirito e cercando di non prendermi troppo sul serio, banalizzando, e forse qui sbagliando, certi atteggiamenti che a volte si vedono sui nostri percorsi di gioco.
Mi riferisco a quelle “piccole” trasgressioni in cui molti golfisti incorrono durante una gara. Tante volte mi sono domandato se fossero trasgressioni da “furbetti” o più benevolmente solo superficialità, disattenzione, dimenticanze.
Intendiamoci, non mi riferisco a quelle “ruberie” eclatanti e evidentemente fatte in mala fede per conquistarsi un vantaggio, giustamente da segnalare e punire, ma a quelle piccolezze, che comunque sono irregolari, fatte appunto, speriamo, in buona fede o commesse solo per superficialità. Io, oltre che giocatore sono organizzatore di gare per cui tenuto ancor più di tutti ad osservare quanto più possibile e rigidamente il regolamento, questo forse è anche la mia fortuna perché in questo modo mi tolgo automaticamente dall’imbarazzo alla domanda che vengo a porgervi.
È giusto o sbagliato riprendere, o ancor di più, segnalare a un marshall o alla direzione di gara un compagno di gioco se questo compie una piccola irregolarità? E ancora, se tutti fossero ligi osservatori degli errori altrui quante penalità verrebbero date ad ogni gara?
Quanti giocatori verrebbero invitati a posare i ferri? La risposta a queste domande può essere una giustificazione per “chiudere un occhio”?
Molti golfisti a cui ho posto questo quesito mi hanno dato risposte del tipo: “dipende dalla gravità dell’errore”, “dai stiamo comunque facendo una gara amatoriale non siamo professionisti”, “non c’è mica in palio un milione di euro”, “dipende se il giocatore può vincere o no la gara”. Tutte affermazioni plausibili?
Forse si, forse è anche lecito, ma non legale, chiudere un occhio, ci sono già tante cose molto più serie e gravi a cui pensare e da affrontare “fuori” dal percorso di gioco che forse è bene così.
Il nostro bellissimo golf è però, a mio avviso, molto di più di una “semplice” attività sportiva. È un percorso di educazione alle regole e al rispetto, soprattutto verso se stessi.
Chi commette irregolarità nel golf, ovviamente in mala fede, imbroglia principalmente se stesso prima ancora che tutti gli altri, nello stesso tempo un’eccessiva pignoleria potrebbe indurre a confermare quella frase che dice: “la legge non ha cuore, è legge”; e sappiamo invece di quanto più cuore e comprensione avremmo tutti bisogno.
Per cui riprendere un compagno di gioco, dato per scontato garbo e educazione, per un errore commesso indipendentemente dai piccoli o grandi vantaggi che questo giocatore può essersi attribuito, oltre ad essere un atto “giuridicamente corretto” è giusto o è sbagliato?
A voi amici, l’ardua sentenza.
Gianmario Sbranchella
Organizzatore e ideatore del Circuito, socio partner del brand “Italy Golf Cup”.
Prima ancora che imprenditore grande appassionato e innamorato del “gioco” del golf, unica macchia nel suo lungo curriculum l’instancabile fede nerazzurra.
Nel 2004, come Vice Presidente Esecutivo della Camera di Commercio Indiana per l’Italia, è promotore del Circuito golfistico ad essa dedicato e che organizza e segue per ben 17 anni.
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5 minuti nella pausa pranzo, in ufficio o a casa, bastano a “togliere vecchia ruggine”
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Redazione – Non potete andare in palestra tutti i giorni? Siete troppo pigri per svegliarvi mezz’ora prima alla mattina e fare una sana corsetta? Prendetevi almeno cinque minuti al giorno per qualche esercizio di allungamento e distensione, il tutto seduti alla vostra scrivania.
1 – Intrecciate le dita ed estendete le braccia in avanti ruotando le palme in fuori. Sentirete la tensione nelle braccia e sulle scapole. Mantenete questa posizione per una ventina di secondi, e ripetete l’esercizio almeno 2 o 3 volte.
2 – Intrecciate le dita ed estendete le braccia in alto, palme rivolte verso il soffitto. Allungate le braccia fino a sentire la tensione nelle braccia e lentamente fino alle costole.
Mantenete la tensione solo se la sensazione è piacevole e non risentite di dolori costali, nel caso allentate lentamente e abbassate le braccia. In caso contrario mantenete la tensione per almeno 10 secondi e ripetete l’esercizio 3, 4 volte.
3 – Con le braccia distese sopra la testa, con la mano destra afferrate la sinistra e tirate il braccio sinistro lateralmente.
Distendete le braccia fino a sentire la tensione che però non deve mai essere forzata troppo, la tensione deve sempre essere percepita ma mai dolorosa.
Tenete la posizione per circa 15 secondi e ripeterla per ambo i lati almeno un paio di volte.
4 – Tirate dolcemente dietro la testa il gomito destro con la mano sinistra, fino a sentire la solita leggera tensione nella spalla sul tricipite. Mantenere la posizione per circa 30 secondi.
5 – Con le dita intrecciate dietro la testa, portate i gomiti in fuori mantenendo il busto e la testa ben allineati.
Fatto questo cercate di avvicinare le scapole fra loro.
Mantenete la tensione per non più di una decina di secondi, poi rilassatevi.
Ripetete diverse volte l’esercizio che è ottimo da fare quando avete le spalle e il dorso tesi e rigidi.
6 – Con la mano sinistra prendete il braccio destro appena sopra il gomito e tirate dolcemente il gomito verso la spalla destra, volgendo la testa verso la spalla opposta.
Mantenete la posizione per circa 10 secondi e ripetete l’esercizio dalla parte opposta.
7- Palmo delle mani appiattito sulla sedia, pollici in fuori e dita rivolte indietro, inclinate lentamente le braccia indietro per allungare la muscolatura degli avambracci.
Mantenere la tensione per 30, 40 secondi. Il tempo per concludere questa sequenza di esercizi è di pochi minuti e l’apporto di benessere è esponenziale rispetto allo sforzo da mettere in campo.
Ripetuto tutti i giorni vi aiuterà a evitare fastidiosi dolori dovuti alla posizione prolungata di seduta.